VANESSA VAN BASTEN: LA STANZA DI SWEDENBORG
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16/01/2007Curioso monicker dietro cui si celano due ragazzi liguri, Morgan Bellini e Stefano Parodi qui all'esordio ufficiale. "La Stanza Di Swedenborg", che dovrebbe essere intesa come quel posto in cui il teosofo, scienziato e mistico svedese riteneva che l'anima si materializzasse in un altro mondo(nel concetto del disco come una via di mezzo tra vita e morte in attesa del trapasso definitivo), è un disco che si accoda alla miriade di band dedite al post-rock strumentale, ma con una veste psichedelica e cerebrale assai definita. Nel senso che i suoni sono molto dilatati ed eterei, a dir poco cosmici. Nel senso che le suggestioni evocate e le atmosfere create hanno uno spessore visionario e cinematografico che materializzano figure e corpi dalla personalità ora latente, ora ben tracciata. Ed in fin dei conti è proprio questa la grande forza del CD, essere un progetto sonoro che trasmette una percezione allucinata della realtà. Musica che si trasforma in immagini, ferma nella "stanza", che si materializza tramite gli ascoltatori. In un altro mondo. Diverso, ancora più impercettibile delle otto tracce che lo compongono perché dopo il trapasso le note si affinano, prive del peso del "corpo". Lavoro emotivo, umorale, intriso di una armonica malinconia come se non ci fosse altro che rassegnarsi al sentimento di perdita del presente, dell'istante, che attanaglia tutti gli uomini manifestandosi tramite chitarra sporca, rozza, pesante che scambia effusioni con synth e programming, e si alterna ad attimi silenziosi ed a pause ambient dal tempo quasi recitativo. Pubblicato grazie alla compartecipazione di quattro etichette diverse, "La Stanza Di Swedenborg" è un luogo dove si esce cambiati una volta entrati. Una esperienza lisergica che non si dimentica che metterà a repentaglio le vostre poche certezze e la vostra stabilità emotiva.
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