VAINGLORY: VAINGLORY
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22/04/2007Dall’America con furore arrivano i Vainglory, altra band tutta a stelle e strisce che, come già fecero i connazionali Benedictum, fa affidamento sulla propria singer Kate French (Chastain) per cercare di “differenziarsi” in un panorama musicale già numeroso. Ma l’US Power Metal targato Vainglory si dimostra estremamente debitore dei gruppi cult che spopolarono tra gli anni ’80 e ’90 e la vera nota positiva in questa proposta, anche se sarebbe lecito pensare il contrario, sta proprio nella prestazione dietro al microfono della prosperosa Kate, dotata di un timbro rauco e graffiante capace di stupire per la sua notevole potenza. Il combo capitanato dal chitarrista Corbin King paga però l’esasperante prolissità dell’operato delle sue due chitarre che rendono l’ascolto di questo platter tanto aggressivo quanto ripetitivo e monotono trovando così i suoi punti di maggiore spessore in brani come l’opener “Walking Dead”, il cui arrivo suona come una colata di fonderia versata sul tuo fresco coca e rum, e l’arrogante “Midnight Hellfire”, accompagnata dal grottesco rombo di una moto e dalle schitarrate di un ruffiano Corbin King. Il resto è storia di un lento trascinarsi tra brani spaccaossa della stessa forma e dimensione tra i quali spiccano un accenno di “ballad” intitolata “Undying Love”, che però si tramuta nell’ennesimo brano a doppia cassa permanente, e la strumentale “Decapitation Attack”, dalla “sobria” durata di cinque minuti che risulta una canzone come le altre privata dell’unica nota effettivamente positiva di questo album. Un esordio non tra i più felici per i Vainglory, i quali dovranno in futuro dimostrare una certa maturazione nel songwriting e un accrescimento di una proposta musicale altrimenti frivola. La sola Kate French tiene banco e riesce a salvare i propri compagni da un inevitabile insufficienza grazie ad una prestazione vocale inaspettata e non di poco conto. Come spesso capita, i numeri ci sono ma in sostanza c’è ben poco da dimostrare.
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