TRINAKRIUS: SANCTA INQUISITIO
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11/06/2006Attivi sin dal 1995, i siciliani Trinakrius giungono finalmente alla pubblicazione del loro primo full length, preceduto da due demo quali il lontano “Intrinakrius”(1996) e il più recente “Inquisantism”, particolare esperimento su doppio cd, con gli stessi brani interpretati sia in inglese che in lingua madre. E in realtà la maggior parte delle canzoni presenti in questo nuovo “Sancta Inquisitio” sono proprio tratte dal sopraccitato doppio ep. Lavoro molto interessante sia dal punto di vista delle tematiche (un concept che verte esclusivamente sul fenomeno delle eresie e della santa inquisizione) che da quello musicale. Curioso il fatto che il disco presenti all’inizio due brani molto particolari, praticamente due intro: dei cori gregoriano creano subito l’atmosfera mistico-religiosa che permea l’intero platter, per arrivare infine alla terza “Hereticaust”, prima vera e propria canzone. La musica proposta dai Trinakrius appare subito come un heavy metal classico parecchio influenzato dal Doom (Candlemass in primis): un riff roccioso e pesantissimo ci accompagna nella strofa, per poi trasformarsi in occasione del ritornello in un coro lirico e dall’atmosfera maligna. La successiva “The King’s Devils” è a mio avviso il miglior episodio del lotto: un alternarsi di momenti heavy e atmosfere acustiche più “ariose”. Quello che stupisce appunto nell’intero disco è questa varietà all’interno delle composizioni, nonostante il marchio di fabbrica del gruppo sia sempre presente. Brani successivi perciò molto omogenei nello stile qui sopra descritto: sempre puro Heavy Metal un po’ cadenzato, pronto ad improvvise accelerazioni (personalmente mi ricordano a tratti i Jag Panzer più recenti) e momenti più tranquilli e suggestivi. Vale la pena citare però due episodi più originali in un disco già singolare di per sé: “L’era del male” e “The Heretic”. La prima una sorta di ballata dal sapore arcano cantata interamente in italiano, la seconda dall’attitudine più malvagia rispetto agli standard, che al principio ci presenta un riff più oscuro con tanto di growl, che mi ha portato alla mente addirittura il death dei Nile dei momenti più Doom. In conclusione, una menzione particolare è dovuta ai singoli musicisti coinvolti nel progetto: voce e strumenti sono sempre in primo piano con soluzioni diverse e azzeccate: complimenti ai Trinakrius, gran bel disco.
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