THE FERRYMAN: The Ferryman
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20/06/2017Sembra proprio che negli ultimi tempi la nostrana Frontiers non sbaglia nemmeno un colpo. L'ennesima riprova l'abbiamo con il licenziamento del debut di questo supergruppo costituito da elementi che rappresentano più o meno il top della scena metal di stampo classico; stiamo parlando di Magnus Karlsson (funambolo, ma anche abilissimo compositore), di Mike Terrana e del vocalist cileno Ronnie Romero (Lords Of Black e ora assieme a Sir Blackmore nella nuova formazione dei Rainbow) dalla potentissima voce appartenente alla scuola di R.J. Dio e una timbrica non dissimile a quella di Johnny Gioeli; con un tris d'assi come questo che mette insieme classe, tecnica e forza d'urto i risultati sono per forza di cosse di livello molto, davvero molto elevato, a maggior ragione quando vengono chiamati in causa fior di professionisti come Alessandro Del Vecchio (responsabile della produzione, tastierista a supporto di Karlsson), e il leader dei DGM Simone Mularoni che si occupa del mixaggio. L'ottimo singolo apripista "End Of The World" è il grimaldello che serve per scatenare una tempesta di epicità con la splendida title-track aggraziata da uno squisito tocco sinfonico che richiama alla mente qualcosina dei Masterplan. "Fool You All" e gli altri brani (ballad comprese) fino alla squarcia-intestini "Welcome To My Show" continuano l'opera mostrando tutto il loro piglio autoritario senza mostrare alcun momento di cedimento o di stanca, in produzioni come queste il punto di riferimento è l'aspetto melodico, monitorato in continuazione ed esaltato nella strepitosa "Cry Wolf" che concilia perfettamente power metal d'alta scuola e melodic hard rock ricco di magnetismo che non fatichiamo a trovare in band quali Eclipse. E se qualcuno potrebbe muovere obiezioni sul fatto che il sound di questo lavoro potrebbe risultare uno dei tanti a marchio Karlsson frutto di uno stile da tempo consolidato, è opportuno precisare che quando abbiamo a che fare con canzoni che riescono ad entrare in testa al volo, ma comunque molto ben elaborate ed egualmente equilibrate nella struttura tali critiche possono tranquillamente essere rispedite al mittente, poi ci pensano le superlative performance dei singoli a fare il resto, gente con degli attributi veramente d'acciaio che ci traghettano con assoluta sicurezza verso le alte sfere della musica heavy. Insomma, fare di meglio nella seconda metà dell'anno ci appare francamente un'impresa molto difficile.
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