SYSTEM OF A DOWN: HYPNOTIZE
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30/12/2005Con miserabile ritardo anche Hardsounds si occupa della ‘seconda parte’ dell’opera 2005 dei System Of A Down, “Hypnotize”, che segue a distanza di circa sei mesi il buonissimo “Mezmerize”. Che la band sia arrivata a una sorta di capolinea è stato chiaro fin da subito; i System sono ormai affermati, possono permettersi di giocare a piacimento con il sound che loro stessi hanno creato, e possono anche fare a meno di stupire con le loro trovate circensi, se non in minima parte. Difficile quindi aspettarsi un lavoro che si discostasse dallo stesso “Mezmerize”, e come da previsione “Hypnotize” non è nient’altro che una (ottima) prosecuzione complementare del lavoro precedente. Poche le sorprese; la tiratissima opener “Attack”, la schizoide “Vicinity Of Obscenity” e la curiosa “Lonely Day”, una ballad ‘morriseyana’ totalmente affidata alla bella voce di Daron, ormai presente dietro il microfono quasi quanto il buon Serj, se non di più, minutaggio alla mano; effettivamente il simpatico chitarrista si ritaglia uno spazio vocale davvero consistente in tutti i pezzi, smorzando così un altro aspetto che aveva impreziosito “Mezmerize”. Il resto del platter è ben costruito, grazie a brani che vi ritroverete a cantare anche dal dentista come “Dreaming”, “Kill Rock’N Roll”, la suadente title-track, “Stealing Society” o “She’s Like Heroin”. Formalmente siamo quindi davanti al ‘solito’ eccellente lavoro, ed essendo stato concepito in loco con “Mezmerize” ciò era prevedibile. Come detto poco sopra però, i System sono al capolinea. Da qui o si cominciano a fotocopiare gli album, o si trova una nuova strada da percorrere. Insomma il futuro è incerto, ma il presente più roseo che mai, quindi noi per adesso godiamoci “Mezmerize” e “Hypnotize” e lasciamo che un sorriso di soddisfazione ci si stampi in faccia.
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