SPOCK'S BEARD: SPOCK'S BEARD
data
17/11/2006Nono studio album per gli Spock's Beard (SB), realtà consolidata nel panorama prog rock mondiale: il quartetto americano torna, ad un anno di distanza dal precedente "Octane", con un nuovo concentrato di classe e bravura. Il titolo "Spock's Beard" non è frutto del caso, ma anzi sembra stato scelto per rimarcare, con quanta più forza possibile, che i veri Spock's Beard sono questi. Quindi questo è, a tutti gli effetti, un modo per voler tagliare definitivamente il cordone con l'ingombrante passato targato Neal Morse, soprattutto sul lato fans. Musicalmente la "diatriba" era già chiusa da tempo visto che il buon Nick D’Virgilio ha dimostrato di essere un singer dall' ottima capacità interpretativa e tecnicamente ineccepibile. Venendo al disco in questione possiamo dire di essere di fronte al trademark SB per eccellenza: il platter è di livello superiore sia per quanto riguarda la produzione sia dal lato tecnico/esecutivo. Dal punto di vista del songwriting il discorso si riallaccia al precedente "Octane", sia come sonorità che come scelte stilistiche. Gli assoli pazzamente settantiani di Okumoto fanno sempre più parte del DNA della band, che vive su di un songwriting particolarmente incalzante e riuscito: basta per esempio vedere il rock "scuoti sedere" di "Is This Love" per capire come gli SB riescano sempre a tirar fuori dal cilindro idee interessanti, pur rimanendo ben ancorati ai canoni del prog rock. A mio avviso non ci sono punti deboli nelle quattordici tracce: la cosa che stupisce è che gli SB riescono, album dopo album, a consolidare il proprio stile creando sempre dischi di spessore senza mai stravolgere od innovare in modo eccessivo. Un vero paradosso per un genere, quello progressive, che dovrebbe vivere di continue e significative invenzioni sonore...
Commenti