SOUL SIRKUS: WORLD PLAY
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21/03/2005Il primo approccio avuto con "World Play", devo ammetterlo, non è stato sicuramente dei migliori, ed i motivi sono presto detti: dai nomi presenti nella line-up, infatti, mi aspettavo un album di hard melodico dal forte gusto dolce e solare, figlio un po' dei Journey di "Arrival" e degli ultimi lavori in studio di Jeff Scott Soto, tutti improntati su delle linee sonore subito assimilabili nella loro semplice affabilità. Al contrario, però, di quanto da me immaginato, il cd del supergruppo a stelle e strisce ci offre undici tracce di hard melodico dalle tinte opache e nostalgiche, interpretato da una serie di musicisti incredibilmente abili nel tradurre in musica la vera essenza del rock, che qui viene visitato nel suo lato più compassato ed introverso. Per acquisire appieno la chiave di volta di "World Play", quindi, non è sufficiente porgere qualche ascolto sporadico e superficiale, ma è bensì necessaria un'attenzione particolare verso la proposta nella sua totalità, la quale, una volta analizzata e sezionata nei minimi particolari, rivela l'enorme spessore artistico insito in quattro autentiche icone del rock, corrispondenti niente di meno che a nomi come Soto, Schon, Mendoza e Castronovo. Parlando invece dei riferimenti stilistici, è difficile non notare come questi si rifacciano (ovviamente) a tanti frammenti insiti nelle storie musicali di ognuno dei personaggi coinvolti, il tutto unito ed amalgamato per fornire un risultato fresco e peculiare. I nomi che possono essere affiancati a quanto presente all'interno del dischetto sono molti e differenti, partendo dal classico piglio degli Hardline più rimessi per arrivare, attraverso qualche accennata escursione nel terreno tipico dei Giant, ai Van Halen nella loro parentesi Hagar. In una scena spesso povera di pura personalità come quella dell'AOR e dei suoi generi satelliti, fa sempre un enorme piacere trovarsi a gustare un ottimo piatto come quello cucinato dai Soul SirkUS, una (super) band capace di marchiare in maniera indelebile un'uscita dalle grosse potenzialità, che saprà sicuramente conquistarsi la dovuta attenzione di tutti gli amanti della musica suonata con passione ed autentico sentimento. Sono sicuro che qualche linea melodica maggiormente diretta avrebbe reso questo cd un autentico capolavoro, ma le lamentele stavolta mi sento di lasciarle ai soliti lagnoni di turno, il tutto mentre mi ascolto soddisfatto il convincente debutto del grande quartetto americano.
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