SINISTRO: Sangue Cássia
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01/01/2018Enigmatica e conturbante terza uscita in studio per i portoghesi Sinistro. La band si insinua lentamente nella nostra mente, rubandoci l’anima e regalandoci un sound di grande impatto emotivo. Il verbo parlato è quello del doom, con innesti musicali di chiara matrice psichedelica e post-rock. Ammaliatrice la voce di Patrícia Andrade, esoterica e allo stesso tempo sulfurea nel decantare la storia che ci racconta. Ipnotizzati roteiamo su noi stessi, rapiti da una bellezza il cui eco si espande in uno spazio nero lucente. Intravediamo la nostra immagine galleggiare lentamente nel vuoto, riflesso di un malinconia che svanisce e che sublima in una malia che ci lega, inevitabilmente, a questo disco. 'Sangue Cássia' risuona di rintocchi doom che arrivano direttamente dal passato e che nel presente ritrovano vigore. La miscela dell’album è un concentrato di Jex Thoth e Moonspell, anche se questa ultima citazione va un po’ interpretata tra le righe delle melodie. Il full-lenght non punta su sensazionalismi tecnici o arzigogoli strumentali, bensì sulle ambientazioni psichedeliche che riescono indubbiamente a far vibrare l’anima. Per assurdo l’album è così un compromesso tra più attitudini, risultando apprezzabile anche a chi non è avvezzo a certe sonorità. La voce femminile aiuta a rendere 'Sangue Cássia' leggiadro e leggero all’ascolto, mare in tempesta in cui monolite resiste e alla cui estremità angelica cantrice spicca nel proprio candore. Vento sferza incessante, muovendone poeticamente i biondi capelli; "Vento Sul" incarna tutto ciò, in un moto perpetuo in voci di sottofondo disegnano armonie incantevoli. "Abismo" rappresenta il lato più drammatico del disco, sguardo che si rivolge verso il basso, quasi a voler cercare di comprendere, compassionevolmente, ciò che purtroppo spiegazione non può avere. 'Sangue Cássia' avanza così cautamente, quasi a voler mostrare le proprie sfumature timidamente, carezza che ci parla d’amore con grazia. Come dicevamo poc’anzi, consigliamo il lavoro ad un’ampia gamma di ascoltatori, purchè si abbia sensibilità a suoni dagli sviluppi dilatati e comunque figli di una certa eccentricità.
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