SHAAMAN: RITUAL
data
21/02/2004Quando si parla di Andre Matos, Luis Mariutti e Ricardo Confessori, è inevitabile il confronto con la precedente band di questi illustri musicisti... ovvero gli Angra, che dopo la (tumultuosa) secessione, hanno convinto tutti con il loro "Rebirth". Pochi, dunque, davano qualche chance a Matos & co. E invece... e invece il buon Andre ci ha stupiti ancora, confermando di essere, oltre che un cantante inimitabile, anche uno dei songwriter più ispirati sulla scena metal contemporanea. Le dieci tracce del disco entrano nel cuore e nella mente dell'ascoltatore, trascinandolo in un mondo di magici rituali indiani, grazie anche all'incredibile atmosfera creata dall'opener strumentale "Ancient Winds". Molto molto interessanti sono i brani "Here I Am", veloce pezzo in pieno stile Angra (alla faccia di Loureiro e Bittencourt), la successiva "Distant Thunder", in cui Matos tributa lo stile ManowaR, e soprattutto l'incantevole ballad "Fairy Tale", a mio avviso una delle canzoni più belle mai scritte dall'eclettico singer brasiliano. Fatela ascoltare alla vostra ragazza, e vedrete se non ho ragione... C'è anche la sorpresa: Tobias Sammet duetta allegramente con Matos nella conclusiva "Pride", brano allegro e divertente che rasserena l'atmosfera malinconica di cui l'album è intriso. Ottimo il lavoro del chitarrista Hugo Mariutti, che, consapevole di non essere tecnicamente al livello di Kiko Loureiro, non si lancia in assoli velocissimi ma riempie alla grande i brani con un sound personale e variegato. Da non dimenticare, inoltre, il grandissimo lavoro svolto dalla consolidata coppia Sascha Paeth/Miro, veri e propri maghi della produzione. Gran parte del merito per l'ottimo sound di questo disco va a loro. Insomma, se prima avevamo una grande band, gli Angra, ora ne abbiamo due, e di questo non possiamo che essere soddisfatti. La mia preferenza va comunque agli Shaman, più versatili e innovativi dei connazionali.
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