SAINT VITUS: Lillie: F-65
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22/04/2012Senza ombra di dubbio dopo i Black Sabbath, i Saint Vitus sono quelli che più sono riusciti a diffondere il doom in modo coerente attraverso otto dischi, compreso questo ritorno dopo diciassette anni. A distanza di tempo, a parte gli altri vari cambiamenti di formazione, ritroviamo il nuovo batterista nella figura di Henry Vasquez il quale, per dirla in breve, ce la mette tutta centrando a pieno l'obiettivo. Personalmente riteniamo la discografia dei californiani piena di gioielli, vedere però sfumata l'occasione del ritorno perfetto per colpa di sciocchezze come un'inutile strumentale nel mezzo e un'ancor più futile "Withdrawal" posta in chiusura (feedback a non finire e nulla più), sinceramente è un boccone che non va giù. Specialmente se a farlo è una band come loro. Nulla da ridire invece sui rintocchi quasi funerei della traccia d'apertura, così come dell'avanzare imponente di "The Bleeding Ground" dal finale magari scontato, ma il doom è anche questo e quando ascolterete lo stacco finale condito dal folle assolo di Chandler non potrete altro che scuotere la testa. Diluita come ci aspettiamo invece "Dependence", perfetta al contrario "The Waste Of Time", la prova decisiva che definisce lo stato di salute dei quattro di Los Angeles. Quasi come un ritorno alle origini, ma con più consapevolezza della loro oscura brutalità. Bentornati Saint Vitus!
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