GORILLA: ROCK OUR SOULS
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29/07/2007Lo scorso anno avevo a malincuore assistito al successo degli australiani Wolfmother, gruppo in possesso di un’invidiabile vena artistica ispirata agli anni ’70 ma che scelse per così dire il “compromesso” per raggiungere l’ascoltatore medio, finendo inevitabilmente su MTV (e chiamali scemi). Non male comunque, ma la mia sete di sonorità retrò sentiva bisogno di qualcosa di più vero e rimaneva insoddisfatta. L’arrivo di “Rock Our Souls”, terzo full – lenght degli inglesi Gorilla, mi ha stampato in faccia un sorriso che credo permarrà per parecchio tempo. Era da molto che non sentivo qualcosa di così sincero e coinvolgente (per quanto riguarda questo tipo di sonorità), e la sensazione che fosse speciale mi ha assalito sin dalla prima nota. La biografia cita quattro nomi cardine di riferimento allo scopo di spiegare a grandi linee lo stile del trio d’oltre manica, quali Grand Funk Railroad, Black Sabbath, Motorhead e Mc5: non avrei potuto trovare descrizione più azzeccata. Otto brani di sporco e polveroso rock che riporta le lancette a trent’anni fa, tra ritmiche pastose e riffs venati di blues. Sono inevitabilmente molto derivativi, non potrebbe essere altrimenti, e nelle varie influenze che confluiscono nelle composizioni, possiamo distinguere chiaramente i sopraccitati Motorhead e Black Sabbath rispettivamente in “Bludd Sucker” e “Vulture Tree”; le palesi citazioni ai mostri sacri dei seventies potrebbero essere un difetto se non fosse che la qualità è così alta e la musica così intensa da farci godere appieno questo disco senza se né ma. Può darsi che qualcuno arrivi a stroncarli per via del loro desiderio di voler rimanere ancorati saldamente al passato: inutile dire che per me e per tutto quel pubblico che ama gli anni ’70, questa attitudine retrò non può che essere un gran pregio, e che questo può essere tranquillamente riconosciuto come un grandissimo disco.
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