RUSSIAN CIRCLES: Guidance
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18/08/2016I Russian Circles giungono con 'Guidance' al sesto lavoro in studio attraverso un percorso di fusione di stili che dal post rock di base ha incorporato, plasmato ed amalgato in modo talmente omogeneo: sludge, postcore, post metal e atmospheric black metal in maniera tale che non si differenziano più l'uno dall'altro. I ritmi sono sempre controllati, non si deborda mai, gli strumentisti non si fanno mai prendere dalla foga del momento e finire in quegli spaccati nonsense che farebbero perdere il bandolo della matassa, ma hanno osato più che in passato. Lì dove il post rock la faceva da padrone, ed i volumi erano sempre molto contenuti, ora si avverte la necessità della band di rifuggere dalla realtà placida in cui si erano crogiolati, per sondare percorsi meno agevoli e comodi, per osservare gli abissi delle oscurità, ma alla fine del tutto tornare sempre a casa, arricchiti da nuove esperienze, e anche perchè il senso di sicurezza che questa trasmette non lo si avverte da nessun'altra parte. Particolarità del disco è il susseguirsi scientifico di una traccia placida ed una tellurica come a voler far rifiatare l'ascoltatore dopo un tour de force torrenziale di riff atmospheric black metal e postcore, ed un drumming talmente incessante da esserne una delle caratteristiche peculiari del disco che risalta specie nei crescendo. La mano di Kurt Ballou (chitarrista dei Converge e produttore di centinaia di band tra le quali, oltre a quella di cui fa parte, anche Isis, Cave In, Trap Them, High On Fire, Today Is The Day, The Secret, Nails e Vallenfyre), in fase di produzione si sente tutta. "Afrika" è l'equivalente dello scontro tra post rock e post black metal, lo stesso processo che ha portato i Mono ed i loro struggenti crescendo e diminuendo - "Lisboa" - a questi livelli, come si avverte molto dell'opera di fusione di stili che ha fatto dei Lento una band di culto - "Calla" e "Vorel" (zenith del disco), in quest'ultimo brano la seconda parte è pregna di riffoni death metal. Un Must.
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