RPM: RPM
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14/01/2005L'interessante opera di recupero della MTM denominata per l'occasione ed a agione "Classix", volta a riproporre dischi del passato di difficile reperibilità se non completamente fuori da ogni tipo di catalogo, prosegue senza sosta. Questa volta tocca ai nordamericani RPM, autori di due soli album in studio e di varie egistrazioni mai pubblicate in precedenza, ma che vedono finalmente la luce in questa ristampa come unreleased bonus track.
Il disco in esame, omonimo esordio, è un fastoso concentrato di hard e AOR dalle tinte tipicamente ovattate ed ottantiane(e non poteva essere altrimenti) con qualche breve puntata nel pomp: il brano d'apertura "A Legend Never Dies" lascia già ampiamente intravedere l'andazzo stilistico sopra accennato. Così come mette in evidenza il talento compositivo di Robert White Johnson e soci, mai una linea melodica banale nè un arrangiamento clonato seppur calati profondamente nel sound del periodo. A dimostrazione di ciò corrono in aiuto le svariate cover eseguite da artisti di pari bravura ma di certo di maggior concretezza e fortuna quali Blackfoot(che hanno riproposto proprio "A Legend Never Dies", oppure come Van Zant(che ha fatto lo stesso per la successiva "2+2").
"RPM" è un disco maturo, catchy ma allo stesso tempo ben suonato, equilibrato nonostante le diverse matrici e sfumature che lo compongono, e che non certo difetta di poca originalità. Il classico disco d'epoca, però non un classico, che ha avuto maggior riscontro presso audience meno selettive e specifiche e non ha certamente influenzato le generazioni a venire negli ambiti musicali in cui si muove, ma che si rende "importante" grazie alla qualità ed alle bonus track che per una volta non sono riempitivi per sbavanti fan in cerca di rarità, ma ottime song di livello pari a quelle ufficiali.
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