ROXIN' PALACE: Freaks Of Society
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21/03/2017La rock band italiana Roxin’ Palace, attiva dal 2011, arriva al secondo album della loro discografia grazie all’accordo con l’etichetta greca Sleaszy Rider Records. Il sound della band è riconducibile essenzialmente ad un hard rock che ha radici nel glam e nello sleaze di metà anni ’80, rievocato in chiave moderna con arrangiamenti e venature di stampo più alternative in stile americano. Questi ritmi vengono maggiormente contraddistinti ed enfatizzati nei primi brani dell’album, che culminano come efficacia in “Thai Of Mine”, dove il rock dei Roxin’ Palace viene reso molto moderno e fruibile grazie ad un buon connubio tra parti cantate, cori e giri di chitarre dirompenti. Come ogni buon rocker che si rispetti, non manca la consueta ballad: “L.A. Mist” viene interpretata con discreta efficacia, con la voce di Al sufficientemente ruvida e sporca. Prima di ripartire a premere il piede sull’acceleratore con “Monkey Junkie”, che si riscontra sostanzialmente simile come atteggiamenti e musiche alla parte iniziale dell’album, che si dipana tra rock stradaiolo e soluzioni vicini al lato più poderoso dei Mr. Big. “Rockers Of The Eagle” riprende molto i canoni dello sleaze rock rivisitato in chiave moderna, come fanno bene band come i Mr. Riot per esempio. La voce di Al si rivela piuttosto buona, certamente non fantascientifica, nell’esecuzione dei brani; ma in questo tipo di genere sebra piuttosto eccessivo chiedere la luna in fatto di qualità vocale, a meno che non sei Axl Rose dei tempi d’oro. Ed anche la parte strumentale si rivela piuttosto incisiva in certi momenti, soprattutto le parti chitarristiche dell’ex Elvenking Crown, fondatore della band, che in “Fading Idols” mostra gli artigli con dei riff belli misurati, ma allo stesso tempo coinvolgenti. ‘Freaks Of Society’ è un disco che cresce lentamente, ma costantemente, col passare degli ascolti. I Roxin’ Palace centrano l’obiettivo grazie a brani che non si perdono per strada praticamente mai, e che dimostra una coesione di gruppo complessiva che fa accrescere il grado qualitativo. Anche se non dobbiamo gridare al capolavoro, dato che è un album che ha le sue dovute imperferzioni, è comunque un piacevole album, semplice, da ascoltare non pensando a chissà quali perfezioni e virtuosismi, ma concentrandosi semplicemente sulla costante voglia di suonare e di comunicare al mondo le proprie intenzioni e le proprie idee.
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