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RESURRECTION KINGS: Resurrection Kings

data

12/02/2016
71


Genere: Hard Rock
Etichetta: Frontiers Records
Distro:
Anno: 2016

Partiti da un'idea di Craig Goldy, storico chitarrista di Ronnie James Dio, che assieme al vocalist Chas West (Bonham, Lynch Mob), reduce dalla performance con gli sfortunati Red Dragon Cartel, si è messo a registrare alcuni demo, successivamente pervenuti presso gli uffici della Frontiers Records. Stante la buona qualità del materiale la label ha proposto loro di dar vita ad un progetto nel quale vengono fatti partecipi veterani della scena hard rock come Sean McNabb e Vinny Appice (un vero e proprio King!), ma anche il sempre più impegnato Alex Del Vecchio che fornisce la sua preziosa consulenza in veste di produttore e un ruolo non secondario in fase di composizione. La finalità di questa operazione, cioè quella di ricreare un ambiente sonoro tipicamente hard & heavy di stampo ottantiano con lo specchio retrovisore indirizzato verso la fine dei '70 (con una puntatina zeppeliniana e qualche accenno di melodic rock per provare a dare un tocco più personale), puo dirsi conseguita, la mistura fra classici come Rainbow, Whitesnake e Dio solista funziona senza intoppi grazie alla competenza di tutte le parti chiamate in causa anche senza comunque raggiungere livelli miracolosi. Ottimo il sound della chitarra di Goldy, tra impennate di puro heavy (l'opener "Distant Prayer", "Fallin' For You", l'avvincente "Silent Wonder", o nel class dokkeniano "Who Did You Run To"), e pulsioni blues in "Don'Have To Fight No More" e nella ruvida "Livin' Out Loud", perfetta per la voce calda di West, con la ballad "Never Say Goodbye" che a esser maliziosi da un po' l'idea di astuta manovra commerciale (la strofa sembra riprendere quel tormentone 'Is This Love' dei Whitesnake del colossal '1987'). Un'operazione sicuramente da promuovere che ha dato vita ad un prodotto formalmente impeccabile e ricco di sostanza che interesserà forse i nostalgici più di altri, ma che merita indubbiamente la prosecuzione; senza nulla togliere alla voce di West, un cantato dall'impatto più aitante non ci sarebbe dispiaciuto, così come una maggiore audacia nel songwriting; in ogni caso il livello di coinvolgimento emotivo non registra mai vistosi cali.

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