REPLACIRE: Do Not Deviate
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25/04/2017Veramente interessante questo secondo album degli statunitensi Replacire. L’artwork stesso urla al death più tecnico e malvagio, ma le cose non stanno esattamente così. “Horsestance”: riff spastici, tecnicissimi, muscolari. Ok, siamo alle solite. Invece no. Ti mettono questi stacchetti à la Dillinger Escape Plan, tempi molto math, (mamma mia il bridge), questo growl/scream alternano a voci clean à la Opeth, ma la base è un solido death metal statunitense stile Cannibal Corpse arricchito dalla ferocia moderna dei Misery Index. “Act, Re-enact” è un altro pezzone: groove pesantissimi à la Suffocation, blastate modernissime e violente à la Dying Fetus. Poi stacchi molto tecnici, assoli velocissimi old school, stile Deicide. Qui però occorre frenare un attimo gli entusiasmi: da “Built Upon The Grave Of He Who Bends”, nonostante il sapore moderno dei break, il bridge stranamente pulito e i riff cervellotici tengano alto l’interesse, si comincia a percepire un certo ripetersi che, naturalmente, si estende fino alla coda di ‘Do Not Deviate’, che si salva in corner con la stupenda “Spider Song”, un concentrato di pura genialità che sembra uscita da ‘Aenima’ dei Tool. Bellissimo il bridge, pesante l’evoluzione groove à la Suffocation. La title track non dice nulla di nuovo, ma colpisce essenzialmente per le sue soluzioni cervellotiche, mentre lo pseudo industrial della traccia conclusiva lascia tutto sommato interdetti. Tutto molto bello, peccato la tendenza a ripetersi, unica macchia di un lavoro altrimenti tendente alla perfezione.
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