PRETTY MAIDS: SCREAM
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15/03/2004La prima meta’ dei nineties vede lo scemare del cosiddetto metal anni ottanta in favore di soluzioni alternative e moderne. Adattarsi o soccombere: non c’e’ via di fuga. Cio’ che accade in seno alla band danese è un po’ quello che succede a molte altre formazioni tradizionali, ma il cambiamento per i Nostri non è poi cosi’ repentino, dato che sono ancora riconoscibili al primo ascolto i tratti tipici della loro musica. Comunque,il cambio di etichetta (dalla Epic alla Massacre records) apporta qualche novita’ alla proposta dei Pretty Maids che continuano con il loro processo di “attualizzazione”, indurendo progressivamente il proprio suono. Ad esempio, proprio “Scream”, per certi versi, ci rimanda al modern thrash(?!).Pero’ anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un lavoro riuscito a meta’, vedasi gioiellini come “Psycho Time Bomb Placet Earth” o l’iniziale “Rise” alternarsi a brani senza mordente come “This Love”, ”Don’t Turn Your Sex On Me” e ”Adrenalin Junkie”. Inoltre, il ricorso alle ballads tocca pure i Pretty Maids. Lasciando da parte le inconcludenti disquisizioni sull’effettiva onesta’ dell’operazione, che esultino gli amanti dei lenti, perche’ qui ce ne sono tre e di ottima fattura, soprattutto “Walk Away”, semi-ballad come solo Atkins & Soci sanno cesellare.
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