PARAGON: FORGOTTEN PROPHECIES
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21/07/2007Amburgo non sforna solo zucche. I teutonicissimi Paragon arrivano in punta di piedi al disco numero otto, un traguardo di tutto rispetto raggiunto con passione ed una coerenza stilistica e compositiva decisamente invidiabili. Genere? Un classicissimo Heavy alla tedesca, tra Accept e Grave Digger, fatto di suoni graffianti e linee melodiche ben definite, di ritmiche martellanti e chitarre taglienti; a completare il quadro, una voce aggressiva a metà tra Rock n' Rolf e Chris Bolthendhal. Disco poco originale, sicuramente, "Forgotten Prophecies" segue una scuola ormai ben definita, non limitandosi però alla squallida e sterile lezioncina studiata a casa, ma apportando una personalità chiara e diretta. Dall'opener "Hammer Of The Gods" alla devastante title-track, i Paragon mostrano cosa significhi avere classe, recuperando stilemi ma non stereotipi, infondendo nuova linfa alla loro proposta (in verità stavolta meno melodica del solito). "Forgotten Prophecies" è nato per essere un pugno nei denti, ed in effetti non ci va molto lontano; opinabili sono a tal riguardo alcune scelte di mixaggio (per la miseria, avete una mitragliatrice alle pelli, datele un sound più pieno e meno meccanico!), ma nel complesso l'obiettivo si può dire raggiunto. Per una valutazione dell'impatto generale del disco si consiglia un approfondito ascolto di "Face Of Death", potenziale brano spaccaossa, e della title-track, forse il miglior punto di connessione tra l'aspetto più cattivo e quello più corale e melodico di questo album; notevole poi la chicca che chiude il disco: "Deny The Cross" degli Overkill, incattivita rispetto al già non tranquillissimo originale. Applausi.
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