ORPHANED LAND: THE NEVER ENDING WAY OF ORWARRIOR
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10/02/2010Disco assai atteso questo "The Never Ending Way Of ORwarriOR". Sia per la sua lunghissima gestazione, sia per capire dove la band israeliana si è spinta dopo "Mabool", capolavoro che ancora oggi non smette di sorprendere. Fugando subito ogni dubbio, gli Orphaned Land hanno prodotto un altro disco livello superiore. Probabilmente, non sui livelli del precedente, ma poco cambia quando la valutazione finale differisce esclusivamente in dettagli, non nella sostanza. Perché è di questo che si tratta, di un ulteriore grandissimo lavoro che non risente affatto del peso storico di "Mabool", e delle sterminate ore passate in studio a registrarlo. Progressive Death Folk Metal? Magari, per i più fissati, con una spruzzatina di "oriental sound" che non fa mai male? Mah, etichettatelo come vi pare. A 'sto giro mi preme solo farlo girare continuamente nel lettore per assorbirne tutte le sfumature, tutta la sacralità e la spiritualità che sprigiona condite di rabbia e talento sconfinato. Anche perché i suoni sono più puliti, le composizioni più fluide, e l'utilizzo di strumenti tradizionali ancora più sterminato. Si, perde di un pelo in aggressività rispetto a "Mabool", magari anche in complessità, ma gode dello stesso fascino, suscita lo stesso interesse e, forse, necessita ancora di chissà quanti altri ascolti per essere assimilato a dovere. Quindi si può dire che la valutazione attuale potrebbe crescere ulteriormente nel tempo, ma lascia il tempo che trova visto che nell'immediato, credo, saranno in molti a procurarselo. Prodotto da Steve Wilson, il quale si cimenta anche dietro le tastiere, "The Never Ending Way Of ORwarriOR" è anche un concept lirico che ripercorre a grandi linee i temi cari alla band quali la convivenza tra i popoli e l'eterna lotta tra il Bene ed il Male, tra la luce e l'oscurita(ORwarriOR starebbe per "guerriero della luce"), e che nel complesso assume i caratteri di un'opera lirica nella struttura e nel modo in cui il tema centrale viene trattato. Altro capolavoro, quindi? Quasi, ci siamo quasi. Magari lo diventerà da qui a breve come scrivevo sopra, ma questo è già un disco di valore assoluto che arricchirà notevolmente, subito, voi e la vostra discoteca personale.
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