NINE STONE CLOSE: TRACES
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11/10/2011Progetto nato da un'idea di Adrian Jones, i Nine Stone Close arrivano alla seconda pubblicazione, e come biglietto da visita hanno una stupenda copertina di Ed Unitsky (che ha fatto lavori per The Flower Kings, Unitopia, The Tangent). 'Traces' è composto da cinque tracce che sfiorano i 45 minuti complessivi, ed è pregno dall'inizio alla fine di un prog rock molto melodico e malinconico. La bella voce di Atkinson fa da guida in un viaggio che l'ascoltatore fa all'interno della canzoni dei Nine Stone Close. Viaggio che con un alone di tristezza racconta di storie che non sempre finiscono bene, di domande alle quali non abbiamo sempre una risposta e di perdite più o meno materiali; come cita il loro sito: "Themes of loss are universal; loss of innocence and youth; loved ones and things. Money, hair and sleep once you have your own children. Things left unsaid and undone, or that should have been. Fleeting moments you try to hold onto when times are not quite so good, special memories that surface to comfort you when you least expect them. None of us are immune.". La musica che accompagna queste canzoni ha quindi una vena dark che pulsa lenta al suo interno rimandando, per fare paragoni, a gruppi di matrice neo prog come Marillion era Hogart, Gazpacho e a volte Porcupine Tree. Su tutte emergono le tracce "Falling to Peaces", dove forse Atkinson riesce a dare il meglio di sè, e la lunga suite finale "Thicker Than Water" con le tastiere in primo piano a dettare il ritmo e le basi del pezzo, ma in generale il livello è molto alto anche nel resto del disco. Tirando le somme, 'Traces' è un album eccellente grazie ad un lavoro di songwriting di qualità, ed alla capacità di conquistare chi l'ascolta sin dalle prime note.
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