NEAL MORSE: Jesus Christ The Exorcist
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20/06/2019Dopo questo ennessimo doppio disco in studio dovrebbe essere chiaro a tutti un semplice assunto: Neal Morse soffre di insonnia. Oppure, compone mentre dorme. Altrimenti non si spiegherebbe questa enorme produzione di materiale sia con la sua "band", sia in versione "solista" come nell'occasione. Se poi pensi che l'artista americano ha voluto cimentarsi anche con una rock opera, oltre ad essere coraggioso ha di sicuro dalla sua anche un'innata dote di follia. Una gran follia, eccentrica, visionaria, passionale. Ed i dubbi che si erano creati con le aspettative vengono subito fugati: 'Jesus Christ The Exorcist' è un disco stupendo. Tanto lungo nella durata quanto dorato. Puro, cristallino, ma drammaticamente primordiale. Un'opera nel senso letterario del termine che potrebbe meritare anche una rappresentazione teatrale: sceneggiatura e colonna sonora sono già magicamente scritte, mancherebbe solo la scenografia. Parliamo di un album progressivo che decolla ed atterra per poi decollare ancora con poetico divinere, senza mai cadere in tentazioni onanistiche, tra esposizione dei fatti ed espressività tematica come capita di rado di ascoltareo. Disco intenso che tratta un tema abusato che presenta trappole a non finire, ma che riesce ad evitarle tutte grazie ad un'unica virtù: l'utilizzo di una scrittura dal potenziale smisurato. Neal non ricorre a sotterfugi compositivi, non vuole addomesticare la sua vena ingegnosa, la lascia libera di scorrazzare tra una struttura ben definita, ma mai confinante. Il risultato finale è eclatante: pur non scrivendo nuove pagine di storia della musica, 'Jesus Christ The Exorcist' è già un classico, un lavoro d'altri tempi che si fa spazio, a spalle larghe ed a cuore pulsante, tra le confusione e la pochezza creativa che imperano nei nostri giorni, fissando un nuovo altissimo livello di standard compositivo difficile, assai difficile da raggiungere per i comuni mortali e non.
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