MY LAND: Light Of A New Day
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05/03/2011Terzo disco per la band milanese regina nel 2008 dell'AOR italiano con l'album 'No Man's Land'; la formazione viene ancora in gran parte stravolta a partire dal frontman che oggi è Franco Campanella il quale ha preso il posto di Guido Priori. La differenza tra i due è marcata, il primo è più sporco e grintoso nei colori, dotato di una forte personalità vocale, un po' in difficoltà tuttavia nelle note più tirate e più alte. Rispetto al secondo, lo "Steve Perry Clone" Priori, il quale dava un'impronta pesante al gruppo in senso di dedizione e relativa emulazione dei Journey (comunque un'artista di tutto rispetto), Franco, e di conseguenza la band, riesce sì a levarsi l'etichetta di cui sopra, ma non riesce tuttavia a distinguersi, rimane invischiata nella moltitudine di band che propongono questo genere senza però eccellere nell'originalità della proposta o, almeno, nei brani. Nello specifico, le strutture e gli incisi a volte rimangono un po' troppo simili rientrando nella sfera di un disco ottimamente suonato, con pregevoli idee, senza però avere quel quid in più che oggi giorno si ricerca sempre per essere speciali. E' interessante fare il test nell'ascoltare di seguito questo prodotto ed il suo predecessore per trovarsi di fronte quasi ad un'altra band. L'accoppiata "Never Care Of The Future" e "In Your Eyes" è onestamente molto più che un omaggio ai Whitesnake; altri pezzi come l'opener "Living In The Magic", oppure "Shattered Dreams" sono chiare riminiscenze Journey, mentre, la migliore del lotto, è decisamente "Dancing In The Moonlight", diretta ed accattivante a dovere. La band ha dalla sua che suona veramente bene, la produzione non è fantastica, ma è apprezzabile, la chitarra di Hox Martino è piacevolissima per gusto e armonia, decisamente il vero "maestro" di questa band, quindi questi ragazzi potrebbero avere tutte la carte in regola per eccellere a livello internazionale (magari rivedendo anche un attimo i testi, qui veramente ridotti all'essenziale): un pizzico di personalità in più ed un paio di brani da urlo ed il gioco sarebbe fatto.
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