my dying bride: the lies i sire
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30/03/2009Ritornano finalmente i My Dying Bride, alfieri di quello che una volta veniva chiamato gothic/doom. Li avevamo lasciati con il non felice 'A Line of Deathless Kings' del 2006 e da quella volta di cose ne sono successe. E' ritornato il violino in pianta stabile per esempio. Era dal 1998 con l'abbandono di Martin Powell che i MDB non avevano beneficiato di un violinista in line-up e il fatto che su questo nuovo 'The Lies I Sire' invece faccia parte della struttura portante delle composizioni è sicuramente un motivo di gaudio. Il fatto che ne sia solo l'unico, un po' meno..."Do ut des" dicevano i latini, una cosa ti viene data e una ti viene tolta. Nel nostro caso se il violino è rientrato, se ne sono andati i growls di nuovo (a parte nell'aggressiva "A Chapter in Loathing"), cosa che per il sottoscritto assomiglia un po' ad una presa in giro. La classe dei My Dying Bride non si discute, anzi questo album suona molto più fresco ed ispirato dei precedenti due, e sebbene richieda la solita mole di ascolti per venir metabolizzato correttamente alla fine riuscirà a ripagare di tutto. Il discorso è un po' più generalizzato a questo punto: da un po' di tempo (circa una decina d'anni) i My Dying Bride non hanno prodotto nulla di essenzialmente entusiasmante, ma solamente lavori che se prodotti da gruppi più acerbi verrebbero bollato subito come mediocri ed inutili; è ora il caso di darsi una scossa, o continuare a campare di rendita?
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