MIRROR OF DECEPTION: SHARDS
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07/11/2006I tedeschi Mirror of Deception incarnano alla perfezione i canoni classici del doom. Formatisi nel 1990 hanno impegato 10 anni prima di stampare il primo full-length dimostrando di possedere tutta la passione di chi il doom lo vive e lo alimenta (il mastermind Jochen Fopp è tra i fondatori del "noto" festival Doom shall rise), cercando di rivisitare alla propria maniera un modo di fare musica che poco si lascia andare a troppi stravolgimenti. Ed infatti nel loro terzo lavoro, "Shards", i M.O.D. seguono, senza la benchè minima intenzione di tornare indietro, quel binario morto in cui si erano imbattuti i Black Sabbath e tutte quelle band che ne hanno imparato la lezione. Pezzi tanto semplici quanto laceranti, che rendono obbigatorio scomodare quegli aggettivi di cui si abusa quando si deve descrivere un'opera doom: pesante ("Haunted"), melanconica ("Ghost"), oscura ("Enigma"). Lodevoli le parti vocali di Siffermann e del drummer Jochen Müller (mai monocordi e pregne di espressività) come apprezzabile è la mancanza di quella ripetitività fatta di riff strascicati, che troppo spesso si trova nei dischi del genere e che non sempre riesce nell'intento prefisso. "Shards" è niente di più e niente di meno di un album devoto al doom classico, suonato con maestria da chi il genere lo conosce davvero e sa come (s)muovere certe corde.
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