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MIND KEY: JOURNEY OF A ROUGH DIAMOND

data

16/07/2004
85


Genere: Prog Metal
Etichetta: Frontiers
Distro:
Anno: 2004

Ennesimo centro per la nostrana Frontiers, che lancia sul tavolo di gioco il Jolly Mind Key, band partenopea dedita ad un progressive metal tecnico, ma allo stesso tempo dannatamente fresco, figlio sì di band quali Dream Theater, Shadow Gallery e Symphony X ma al contempo incredibilmente interessante e ammaliante. Ma andiamo con ordine: il cd "Journey Of A Rough Diamond" si presenta composto da otto tracce tutte incredibilmente azzeccate che faranno la felicità dei prog-maniaci italiani e stranieri: comunque non crediate che si tratti di un lavoro in cui la tecnica risulta fine a se stessa; anzi il combo partenopeo pone la melodia come fondamenta della propria proposta musicale riuscendo in questo modo a creare un sound che può essere apprezzato da tutti, anche da chi non mangia pane e Dream Theater tutti i giorni. Hard Rock e rimembranze Jazz si fondo nel sound dei Mind Key che, in questo modo, tentano di creare un proprio stile rielaborando quelle che sono le loro influenze primarie: obbiettivo direi sostanzialmente raggiunto visto che il disco si fa ascoltare e riascoltare più volte senza avvertire fastidiosi Deja Vu. A me personalmente piacciono tutte le songs: da "Secret Dream", che profuma deliziosamente di Shadow Gallery, alla lunga e complessa "Waiting For The Answer" che chiude il lavoro con i suoi spettacoli e sognanti undici minuti di grandi melodie prog. Le vocals di Mark Basile ricordano, in parte, i vocalizzi di un giovane La Brie (quello di "Images And Words" per intenderci): fatto questo che accentua la somiglianza già prima evidenziata fra il gruppo italiano e una delle band più capaci (e anche discusse) del panorama prog mondiale. Il resto del gruppo si disimpegna ottimamente, dimostrando classe e bravura, con un'ottima sezione ritmica e un Dario De Cicco alle tastiere veramente sorprendente, capace di creare la giusta atmosfera di brano in brano anche grazie agli ottimi interscambi con i guitar-riff di Emanuele Colella. Prima di chiudere col commento finale due ultime riflessioni: ottima la produzione che esalta in modo perfetto l'ugola di Basile e rende chiari e distinguibili tutti gli strumenti; ottima anche la copertina, semplice ma al contempo molto bella e particolare.

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