MCDONALD, BRYAN: Wind It Up
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05/02/2010Dodici anni dopo il suo primo album solista (‘Desperate Business' attribuito al Brian McDonald Group) e con una prestigiosa carriera alle spalle come pianista e arrangiatore d’orchestra torna il polistrumentista americano con lo strepitoso ‘Wind It Up’. Album del mese per il ‘Loud And Clear Magazine’, uno degli highligts del 2000 per ‘AOR Heaven’ e premiato con cinque stelle dall’American Rock Voice, il come back di McDonald è il più fulgido esempio di come potenza, melodie e lirismo tipiche della scuola AOR convivano pienamente con le declinazioni progressive alla Kansas, il pop rock alla Def Leppard e il pomp alla Styx il tutto sapientemente miscelato ai migliori Chicago degli anni ottanta. Si passa dall’attacco sonoro delle prime due tracks (sentite la tastiera in odore di progressive di “Head Back Home” sovrapposta ad un tipico pezzo alla Chicago) alle languide ballate “When The Lightning Strikes” e “The Night Heaven Falls Down” (uno di quei pezzi che chiunque vorrebbe aver scritto per la propria persona amata) il tutto supportato dal lavoro di ospiti illustri quali Reb Beach (strepitoso chitarrista dei Winger e dei Dokken e amico di vecchia data di McDonald) e il nostrano Alex Masi (veneziano virtuoso della sei corde con una decina di lavori solistici alle spalle e decine di collaborazioni). La parte da leone la fa però proprio McDonald suonando quasi tutti gli strumenti (la batteria la suona il figlio del leggendario bassista Abraham Laboriel, Abe Laboriel Jr. che vanta collaborazioni con autentici monumenti della storia della musica internazionale quali Sting, Paul McCartney, Eric Clapton, B.B. King), cantando e producendo l’intero platter. Ed è proprio l’incredibile stratificazione delle voci in cori assolutamente catchy immediatamente memorizzabili e la cristallina produzione (il suono del basso mai così definito e avvolgente ne è solo un esempio) che esalta tutti gli strumenti a rendere ‘Wind It Up’ un capolavoro superato solo dal successivo ‘Voyage’ (a parere di chi scrive semplicemente un album da 100, un classico intramontabile). Occorrerebbe spendere due righe per ognuna delle dodici composizioni che impreziosiscono l’album ma lo spazio è quello che è e la maniera migliore di comprendere le molteplici sfaccettature di ‘Wind It Up’ è nell’ascoltarlo ripetutamente in cuffia alternandolo a ‘Voyage’ (ancora più vario e progressive nel senso ampio di progressione musicale). Come canta il polistrumentista nella sesta traccia “cause i, i believe in heaven and you are part of my heaven” siete tutti invitati ad entrare nel paradiso musicale che nel duemila Brian McDonald ha inciso per tutti noi.
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