MARE INFINITUM: Alien Monolith God
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01/04/2016Cosa ne uscirebbe se i Candlemass di Messiah Marcolin decidessero di appesantire il loro sound fino a toccare territori cari al death ed al funeral doom? Eccovi la controprova, la seconda opera dei sovietici è uno spaccato di doom/death con sconfinamenti nel funeral doom più sepolcrale come in "Alien Monolith God", nel sinfonico stile dei Shape Of Despair, nonchè epico e di grande impatto grazie al doppio utilizzo della voce growling e clean vocal (molto simili a quelle di Marcolin). Le atmosfere evocano dolore, sofferenza e pathos; melodie orientali, cori femminili e climax ambient mitigano temporaneamente la negatività che riesplode attraverso il growling e le chitarre grevi, laceranti e struggenti, mentre aperture di tastiere dal respiro siderale chiudono il cerchio di un sound opprimente ed ottimamente prodotto. Il trio moscovita sembra un'orchestra per la magniloquenza del suono, è capace di evitare la noia e la ripetitività (peculiarità del genere) delle partiture non facendole albergare in questi solchi (tenete presente che la durata dei brani non scende mai sotto i dieci minuti). La varietà di soluzioni ed emozioni che sanno trasmettere i Mare Infinutum rendono il disco interessante anche ai non avvezzi al genere.
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