MALAMORTE: Hell for All
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07/04/2019Occulti presagi, mistica teatralità e sulfuree ambientazioni anni '70 sono le immagini che si susseguono in Hell for All, terzogenito in studio per i nostrani Malamorte. La band mostra chiare radici black metal, soprattutto per le tematiche, attestandosi però nei dintorni dell’heavy più classico, seguendo quell’attitudine appunto diabolica, in stile Mercyful Fate. A livello di voci c’è molto del maestro King Diamond, perlomeno nel modo di esprimere emozioni, unitamente ad innesti thrash e a pennellate Nwobhm. Parliamo di fugaci espressioni in un album che guarda al passato e che conduce in atmosfere horror. Assoli di chitarra e “melodie allo zolfo” si alzano intorno a noi come nebbia d’inverno, magma che dagli inferi ribolle e di cui inaliamo le diaboliche emanazioni. Entusiasmanti le accelerazioni thrash heavy che talvolta lampeggiano nei pezzi, come anche l’impasto di voci. Aedo mefistofelico ci canta perversioni, lussuriose armonie che rapiscono l’ascoltatore, riportandolo idealmente indietro nel tempo. C’è molto di già visto in Hell for All, ma è indubbio come il trasporto emotivo e la qualità degli artisti permettano di poter apprezzare il full-length. La produzione esalta la connotazione old school del progetto, ma è chiaro come i vari elementi, così combinati, non facciano cadere nell’anonimato i Malamorte. Melodrammatici ed istrionici nelle strutture, i musicisti sciorinano quarantacinque minuti scarsi di heavy a tutto tondo, il cui limite ad oggi resta la mancanza di un componente che li renda unici. Peccato veniale, se non altro perché l’album carpisce l’attenzione e non tedia. Rannicchiati in un angolo sentirete la vostra coscienza ricordarvi sarcasticamente il male commesso, paure che si materializzano e tormentano un sonno fanciullesco. Complimenti a questo duo che sa il fatto suo e da cui ci aspettiamo ancora molto.
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