LYNCH MOB: SMOKE AND MIRRORS
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30/09/2009Sfruttando a pieno l'onda della reunion si rimettono in gioco anche i Lynch Mob, creatura di George Lynch nata dopo aver lasciato i Dokken ai primordi degli anni '90. E' un come back tipico, usuale, perchè "Smoke and Mirrors" non sposta di una virgola il discorso interrotto anni addietro. In poche parole, Lynch va sul sicuro. Il disco si fa piacere, ma è soprattutto un disco di mestiere, perfettino, ma non troppo, maleducato, ma non troppo. Ogni cosa posta al punto giusto, ma poco coivolgente. Tranne nei rari casi in cui è il talento ad emergere sul resto, allora ti ritrovi brani come l'opener "21st Century Man", o come "Revolution Hero" che sanno come scuoterti, sanguigni e grondanti di sudore. Poco da sottolineare, invece, sul versante prettamente strumentale, in quanto i quattro - ritroviamo Oni Logan alla voce, e Marco "con chi suonerò domani" Mendoza al basso - trovano l'amalgama fin da subito, orchestrati da quel grande asso della sei corde al secolo il già citato George Lynch: sempre al servizio del brano, mai piru-piru fine a se stesso. Buona la produzione, anche se i suoni sono datati ed il tutto ha più la parvenza di un'operazione nostalgica che un vero e proprio nuovo inizio. Un buon disco che ricorderemo più come parte di una discografia, che come elemento esaltante. In fin dei conti, ascoltato una manciata di volte "Smoke and Mirrors" finirà comodamente sullo scaffale a prendere polvere. Di tanto in tanto lo punterete, ma finirete col prendere il cd immediatamente prima o dopo. A meno che non siate fanboy della band e di Lynch in particolare.
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