LIV KRISTINE: Libertine
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31/08/2012Confessiamo che dopo i primi due ascolti del dischetto in questione stavamo per bollarlo come lavoro mainstream, troppo patinato e easy listening, sopratutto perche' si tratta di un'artista dalla lunga e brillante carriera, musa per capolavori di grandissimo valore quali 'Velvet Realm They Fear' dei Theatre Of Tragedy giusto per citarne uno; questi, purtroppo, sono gli scherzi che un ascolto veloce ed in bassa fedeltà puo' comportare (le cassettine insulse del pc), errore che ogni estimatore della musica non dovrebbe mai commettere. Il giusto merito gli viene attribuito dall'impianto Hi-Fi che, modificando significativamente lo spettro e la profondità dei suoni, permette di apprezzarlo sotto una diversa luce e sopratutto con un'acustica nettamente migliore. Musicalmente si porta dietro diversi elementi che hanno caratterizzato il sound dei Theatre Of Tragedy dei lavori piu' morbidi con una maggiore forma ballad/canzone, e delle suite di piano e voce che smuovono tutte le piu' recondite e sensibili corde dell'animo umano grazie all'angelica voce di Liv: ascoltare "The Man With A Child In His Eyes" per credere. Magistralmente prodotto dal marito Alex Krull (Atrocity e producer di molte altre band death metal tra le quali i Sinister), strizza l'occhio alle classifiche (peraltro già più volte scalate) con delle nenie che hanno gli Evanescence come purveyors - "Love Crime" - e con riferimenti agli ultimi The Gathering - "Interlude". Personalmente preferiamo le tracce piu' graffianti come "Libertine", "Solve Me" (a la Sisters Of Mercy periodo Patricia Morrison), e "Silence" dove la delicatissima voce di Liv crea il giusto contrasto con le chitarre robuste. Non mancano alcune cadute di tono, vedi "Vanilla Skin Delight" e "Paris Paris" sono troppo ruffiane e sputtanate, ma fortunatamente rappresentano gli unici due nei di un gran bel lavoro.
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