KATALEPSY: Autopsychosis
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14/01/2013A sei anni di distanza dal debutto 'Musick Brings Injuries', che non raccolse molti feedback positivi, causa forse una registrazione non proprio all'altezza dei brani, ritorna il quintetto russo, con line-up rinnovata e nuovo contratto. Non ci è dato sapere se è il "letargo" ad aver contribuito a irrobustire ulteriormente ogni singolo brano che compone questo nuovo 'Autopsychosis'. Confrontando il lavoro fatto in passato dai Katalepsy con i nuovi brani, le prime differenze che risaltano subito, sono quelle riguardanti la totale varietà delle tracce. Stavolta non solo dedite nel modo più sfrontato allo slam, ma anche orientate al classico brutal death cui altre uscite targate ULR ci hanno abituato. Prendiamo a caso dal lotto a disposizione, "Cold Flesh Citadel", che perde subito il controllo e più i secondi passano, più il brano diventa complesso. Un passo enorme per quanto riguarda la capacità compositiva dei ragazzi. Non mancano gli episodi classici come "Knifed Humility" e la purtroppo anonima "Taedium Vitae", dove i vari leaks di chitarra farciscono il brano inutilmente. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un'esasperazione davvero incontrollabile del genere. Palese che tutto ciò abbia portato a far conoscere nuove band, ma com'era prevedibile, è diventata anche un'arma a doppio taglio sicché la scelta è ampia, ma siamo già da tempo arrivati al punto in cui il troppo stroppia e la credibilità dello stesso genere ne risente. Insomma: idee senza infamia né lode, ma possiamo tranquillamente riconoscere ai Katalepsy di aver confezionato un disco migliore del precedente a cui dare un'ascolto. Se lo meritano.
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