JORN: THE DUKE
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03/04/2006Ho voluto coscientemente ritagliarmi il giusto tempo di assimilazione prima di esprimermi su "The Duke", nuovo capitolo in studio del rinomato singer Jorn Lande, salito agli onori delle cronache nel 2005 appena trascorso grazie al favoloso progetto che lo ha visto coinvolto insieme a Russell Allen e Magnus Karlsson, decretato da gran parte della stampa specializzata come una delle migliori uscite dell'anno. Sottolineo che a livello puramente personale non ero mai impazzito per lavori come "Worldchanger" ed il debutto "Starfire", dischi di buon livello qualitativo ma che avevano sempre latitato di quella marcia in più per esplodere definitivamente, quella stessa caratteristica che ha reso grande il già citato cd Allen/Lande firmato dalla nostrana Frontiers Records. Questa volta, invece, il buon Jorn sembra aver finalmente individuato l'atteso e cruciale bandolo della matassa, sfornando un cd dai pochi punti deboli, capace di graffiare a dovere grazie a dieci brani contraddistinti da un elogiabile lavoro di produzione, caratteristica oramai propria dei titoli a marchio AFM (si vedano gli ultimi Axxis e Shakra). Un sound granitico e potente dà quindi la possibilità, ai quadrati mid-tempos contenuti nel dischetto, di esplodere a dovere trainati dalla carismatica voce del bravo Lande, perfetta del disimpegnarsi con evidente disinvoltura su un territorio di stampo hard 'n' heavy a lui prettamente congeniale. I riferimenti sonori sono avvicinabili a quelli presenti all'interno degli Axxis (nella loro veste più hard-rock) di "Paradise In Flames", cosparsi di influenze già intraviste anche all'interno di Allen/Lande. Una dovuta menzione d'onore va inoltre spesa relativamente all'inaspettato valore del songwriting dei vari brani del cd, capaci di mostrare un lato melodico maturo e mai banale, intarsiato con maestria nei solchi delle corpose distorsioni di chitarra, e all'incredibile interpretazione di Jorn all'interno della traccia "After The Dying", capace di imitare con grande personalità il timbro dell'immenso David Coverdale. Forse in molti si sarebbero attesi qualche variazione maggiormente speed per quanto riguarda lo stile delle canzoni presenti in "The Duke", ma ciò non toglie comunque nulla all'ottimo risultato ottenuto da Jorn Lande in questo suo ultimo lavoro solista, un'uscita che gli eterni indecisi tra sonorità potenti e melodia non dovrebbero assolutamente tralasciare, il tutto per i tanti motivi sin qui elencati. E non dimenticate che l'album viene inoltre presentato in una prima lussuosa e curata tiratura in digibook, motivo in più per non mancarne colpevolmente l'acquisto.
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