JINJER: Duel
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15/03/2025Il nuovo album dei Jinjer è un'esplosione di tecnica e intensità. Fin dalla delirante apertura di "Tantrum" l'ascoltatore viene travolto prima da una valanga di fills brutali di batteria, poi da ritmiche serrate con un basso pulsante che ricorda il miglior Ryan Martinie dei Mudvayne. Tatiana Shmayluk ha un repertorio vocale estremamente vasto e variegato, privilegiando questa volta linee melodiche per la maggior parte dell'album, ma comunque senza abbandonare i suoi growl e screams, resi anche più feroci perche' dosati con intelligenza. Brani come "Rogue" colpiscono per precisione e violenza, evocando il caos controllato dei Meshuggah prima di 'Nothing'. Green Serpent e Dark Bile mescolano rasoiate di chitarra, tempi intricati e aperture melodiche che aggiungono profondità al disco. "Kafka" e la title track espongono le intime riflessioni di Tatiana sulla condizione umana, complice probabilmente la situazione Ucraina del momento. E tutti sempre a parlare - giustamente - di quanto sia brava la vocalist, ma il lavoro di questi poveri diavoli Eugene, Roman e Vlad dove lo mettono? Il basso è ovunque, disegna linee melodiche sinuose che si intrecciano con gusto alla voce, mentre la chitarra di Roman taglia il mix con chirurgica precisione. Vlad, poi, come batterista è semplicemente mostruoso: un alieno capace di fondere tecnica estrema e groove con un'indipendenza degli arti che sfida ogni logica. 'Duél' è il perfezionamento assoluto del suono Jinjer; un lavoro solido, potente e suonato dannatamente bene. un disco che lascia il segno e merita di essere ascoltato più e più volte per via delle sue infinite sfaccettature. Sicuramente il loro lavoro migliore.
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