JEREMY IRONS AND THE RATGANG MALIBUS: BLOOM
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19/06/2011Eskilstuna, Svezia. E' dove nascono i Jeremy Irons And The Ratgang Malibus, quartetto alla seconda prova in studio dopo l'esordio 'Elephanta del 2007. E cosa suonano questi ragazzotti scandinavi? Rock, blues, psichedelica, un tocco di progressive e tanta devozione agli anni '60 e '70. Così 'Bloom' nasce con circa 40 anni di ritardo, ma particolare che non assume rilevanza alcuna a fronte di una qualità dei brani davvero alta. Certo non si scappa da quanto già grandiosamente detto da Led Zepperlin, Rolling Stones, Pink Floyd e Blue Cheer, ma in questo caso andiamo ben oltre il plagio ed il più positivo, abituale rimando grazie all'intensità ed al calore di cui il disco gode. Composizioni liquide, fluide, con base ritmica rallentata la fanno da padroni, ma non mancano episodi più dimanici, o brani con variazioni ritmche frequenti. Ad ogni modo sono le chitarre a dettare legge tra effetti, distorsioni ed arpeggi praticamente ricamati a mano, e la voce di Karl Apelmo perlopiù plantiana, soprattutto nelle tonalità alte, ma che non infastidisce un solo secondo. 'Bloom', quindi, è un disco che ha carattere, dall'appeal magico e per lunghi tratti cosmico, visionario. Virtù che emergono solo se si ama profondamente quello che si sta facendo, ed i Jeremy Irons And The Ratgang Malibus amano visceralmene la loro musica, e senza la benchè minima autocompiacenza. Ma al di là di ogni motivazione: come si fa a non amare una band con un monicker del genere?
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