IRIST: Order Of The Mind
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22/04/2020Da Atlanta, Georgia, scende in campo una nuova realtà ‘core’ che sembra avere molti requisiti per poter emergere nel mare magnum del metallo internazionale. ‘Order Of The Mind’ è il disco di debutto degli Irist, ed è subito Nuclear Blast, a riprova delle intenzioni serie della band. I ragazzi debuttano con questo disco che abbraccia sì il metalcore più spinto, ma vuole andare oltre, solcando vari terreni che spaziano tra il classico ed il contemporaneo. La miscela principale è data dal mix tra metalcore e post-metal, che disegna la maggior parte dei brani del disco. Sin da subito si sentono molte cose positive, e la sensazione è che il disco cresca di qualità ascolto dopo ascolto, grazie ad un lavoro di produzione molto efficace che ha teso a rendere il tutto il più pulito possibile. I vari elementi di qualità vengono rappresentati dal cantato urlato di Rodrigo Carvalho, alle buone incursioni chitarristiche di Adam Mitchell (in veste anche di backing vocals) e Pablo Davila, fino alla diligente e costante e sezione ritmica di Bruno Segovia al basso e di Jason Belisha alla batteria. I brani posseggono tutti una durata contenuta, in cui si concentra tutto il potenziale della band, facendo quindi risultare i brani molto convincenti e diretti senza avere il bisogno di dilungarsi. La qualità degli Irist non sta nel limitarsi a sonorità prettamente ‘core’, ma come detto cercano di variare e di essere meno prevedibili del solito. Lo dimostrano brani come “Severed” e “Harvester”, i quali presentano un sound che risulta essere un mix tra metalcore, post-hardcore e certe reminiscenze gothic care ai Paradise Lost, dove non manca nemmeno una certa dose di epicità dettata dalle grandi aperture strumentali. ‘Order Of The Mind’ è un disco che tende ad essere ascoltato praticamente tutto d’un fiato, che non ammette pause o esitazioni, dato che la qualità complessiva dei pezzi è piuttosto alta. Ma soprattutto questi brani si posizionano ad una soglia emozionale non indifferente, lasciando spazio a gesti liberatori da parte degli ascoltatori che non fanno altro che aumentare l’impatto generato dalle note che fuoriescono dagli amplificatori. Molto probabilmente, gli Irist saranno un nome da tenere d’occhio. Una volta ascoltati e goduti, è facile incorrere a del sano sudore dovuto all’irruenza della loro musica.
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