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HELREIDH: Fragmenta

data

03/12/2012


Genere: Progressive Metal
Etichetta: Pure Prog Records
Distro:
Anno: 2012

Alfieri del prog metal italiano di fine anni Novanta, gli Helreidh hanno detto col loro 'Memoires' (ben quindici anni fa) di essere una stella tanto luminosa, ma la cui luce si è subito spenta. Nel frattempo, la scena progressiva si è andata sfaccettando, ma con la classe che contraddistingue i grandi, chitarrista e batterista della band sono tornati in sella al vecchio progetto dando alle stampe questo 'Fragmenta'. Più che un comeback, un nuovo esordio. E non solo per l'evidente divergenza di line-up. Pur suonando lo stesso genere, il disco è diverso dal predecessore. Frammenti - per l'appunto - di cristallo che riflettono in modo obliquo e imprevedibile le idee degli Helreidh formato 2012. La componente sinfonica è forse la caratteristica più singolare del gruppo, che in questo modo va a collocarsi a metá strada tra i Kamelot e i Dream Theater più sognanti, senza dimenticare una spruzzata di Genesis nelle melodie più ariose. Ogni brano diverge dall'altro, dopo la diretta "In Hoc Signo Vinces" c'è spazio solo per numeri circensi: le architetture a trame fitte della suite "Ex Visionibus... Fatus", una antologia del prog; i meravigliosi assoli di chitarra disseminati in modo sapiente, come un velo argentato. Infine, un sacco di punti guadagnati con la dolcezza: "Orfeo's Lament" mette i brividi perchè sembra estratta da 'Edge Of Thorns' dei Savatage e rende facile la lacrimuccia nostalgica. In definitiva, non una copia dei vecchi Helreidh, quindi un motivo in più per godere di questi nuovi. Fracesco Fragomeni Voto = 80 ------------------------------------------------------------------------------------------ Un'entrata ad effetto quella dei nostrani Helreidh, i padovani dedicano la prima track ad un'intro che si sposta su curiosità, attesa, panico, insomma un mix che crea l'atmosfera perfetta prima dell'esplosione in seconda posizione di "In Hoc Signo Vinces" e il brano rende perfettamente giustizia al senso di potere e potenza espresso nel titolo. L'impatto dato dall'esplosione di questo progressive symphonic metal, è incrementato dall'entrata della voce di Max, potente, teatrale e con un'estensione notevole, diremmo giusta per il marchio che la band vuole imprimere. Stupendi gli obbligati dal carattere epico con cori che richiamano i canti dei madrigali del cinquecento e quelle atmosfere tipiche rinascimentali di "Ex Visionibus…Fatus" terzo titolo in lingua latina ma non ultimo, la scelta di questa lingua per i titoli forse è da ricondurre proprio al collegamento con la musica delle origini. Con 'Fragmenta' gli Helreidh giungono al terzo lavoro in studio, e la qualità è notevole. Ricorre l'elemento prog in una giusta dose, ma a dominare è la vena symphonic e a tratti epic, che conferisce al tesoro dei cinque un valore più alto, dato che lo stampo sia tecnico che culturale (musicale) sembra essere proprio quello. Quando si parla di questo genere una cosa che l'ascoltatore tiene sempre d'occhio è l'orologio, ma in questo caso i ragazzi sono stati bravi, c'è un corretto equilibrio tra le parti: ci sono tre o quattro brani dalla durata superiore che si aggira attorno ai dieci minuti, ma comunque l'attenzione viene tenuta alta dalle dinamiche studiate ed elaborate in modo da creare un andamento lineare. Alla cara vecchia ballad viene affidata la quarta posizione, una scelta che non necessita di motivazioni dato che il complessivo è di otto brani; sfortunatamente non ci entusiasma troppo, rientra troppo nei ranghi, e magari in queste circostanze ci saremmo aspettati altro. A sottolineare il carattere per così dire teatrale della voce di Bastasi, ci pensa "Shades Of My Untimely Autumn", un canto di altri tempi chitarra e voce, azzarderemmo un po' infastidito, da un effeto synth con phaser della tastiera, che ne infrange in parte l'integrità e la genuinità, ma comunque magnifico e che funge da sorpresa per noi ascoltatori. In settima posizione un titolo che riterremmo una finezza "Zep Tepi" il primo tempo, la genesi in cui regnavano i primi dieci Dèi d'Egitto, il brano è interessante e ci regala molte variazioni mentre racconta la propria storia tra sfarzi musicali e finezze. Ottimo l'ostro "spaziale" e moderna combinata alle melodie di un'acoustic guitar arpeggiata e calorosa,anzi come da titolo il congedum. 'Fragmenta' non presenta sbavature è creato ed eseguito da manuale, un piatto prelibato di alto livello da assaporare con gusto. A questo punto ci congratuliamo con il quintetto e ci auguriamo che riescano a regalarci presto nuovi album come questo. Mario Palladino Voto = 78

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