HAPPY THE MAN: THE MUSE AWAKENS
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30/03/2005Cult band americana che fece bella mostra di sé nella seconda metà degli anni '70 con due dischi valutati molto positivamente dall'avamposto critico sia coevo, sia successivo. Dopo quasi tre decadi i nostri ci riprovano e lo fanno nel miglior modo possibile scrivendo un disco fresco, genuino ed ispirato che prosegue sulla scia dell'originalità dei due dischi precedenti, e senza nessun sensazionalismo nè pubblicitario, nè trendista. "The Muse Awakens" è il frutto maturo di una ricerca
sonora che guarda diritto in faccia all'emozione, e mette la qualità tecnica al servizio del mezzo espressivo per antonomasia. Poco meno di un'ora di musica in cui il duo Frank Wyatt e Stanley Whitaker, le anime principi della band, mette in scena una mistura di prog e fusion trasognante che a tratti vira nell'ambient, in altre, in due sole occasioni, "Contemporary Insanity" e Barking Spiders", nel prog vero e proprio dove i cambi di tempo si susseguono e gli strumenti danno segni di esuberante vitalità. Impreziosito dal talento e dalla classe alle tastiere da David Rosenthal (i più attenti ricorderanno i suoi trascorsi con i Rainbow, e con la sua fenomenale creatura Red Dawn), il disco fonda tutta la sua magniloquenza su un impatto interamente strumentale(tranne che in "Shadowlites"), che strizza l'occhia alla scuola di Canterbury ed ai fondamentali quanto incredibili Weather Report, ma riuscendo ad inanellare uno dietro l'altro spunti di creatività invidiabili, e virtuosismi emozionali che inducono al sogno.
In poche parole, un come-back da favola.
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