GREYSTONE CANYON: While The Wheels Still Turn
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17/10/2018Immaginate di percorrere un viaggio tra le più remote e vaste campagne dell’Australia, una cavalcata a metà tra il concetto di west americano, ed appunto outback australiano. Vento tra i capelli, entusiasmo e striscia di polvere lasciata da auto sportiva, per una adrenalinica corsa per mano dei Greystone Canyon. Il loro è un sound classicamente hard rock, con divagazioni southern e marcati tratti blues ad arricchire i pezzi. Sfaccettature, per un progetto sfrontato ma non per questo arrogante, figlio di un entusiasmo che non sfocia nell’insolenza, bensì in una presa di coscienza profonda, ruvida, ma appunto consapevole. Maturità artistica la loro che si denota nella competenza tecnica, ma non solo, incrociando brani di impatto e profondità, strutture collaudate, ma mai povere di personalità. Se da un lato è vero che c’è un certo conservatorismo in 'While The Wheels Still Turn', è altrettanto veritiero come l’impasto e l’amalgama create siano peculiari. Il comparto vocale, roccioso e cupo, riesce a differenziarsi con bagliori heavy, costantemente groove e thrash e calato alla perfezione nel complesso lavoro delle chitarre. Assoli affilati e granitici riff si susseguono, avvolti da melodie calde ed appaganti. Il concetto di ballad viene superato, rinnovato e poi riaffermato, riuscendo a soddisfare gli amanti della old school e in contemporanea e più esigenti ascoltatori. Non c’è innovazione, ma c’è quella passionalità e presenza sufficienti a far battere i cuori, grazie ad una competenza e sensibilità interpretativa davvero unici. 'While The Wheels Still Turn' è la perfetta colonna sonora per un itinerario desertico, evasione dal grigiore, mente e corpo che si lasciano andare in un’eccitazione fanciullesca, ingenua positività che riferisce di un’anima “saggiamente puerile”. I Greystone Canyon riecheggiano di molti mostri sacri, Bon Jovi, Ac/Dc e hard rock nelle sue mille facce, mai clonando stupidamente nulla, ma anzi riproponendo in chiave personale sfumature e dogma dell’ideale rocker. Ve li consigliamo vivamente, perché sapranno comunicarvi pragmatismo e leggerezza, senza qualunquismo alcuno.
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