FOREVER UNTIL OCTOBER: FOREVER UNTIL OCTOBER
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27/01/2004Un monicker davvero affascinante per una band alquanto interessante che si presta ad un indie emo-rock(non vorrei apparire egocentrico con questa definizione) abbastanza personale che abbraccia le linee melodiche degli U2 e del neo pop(chiamatelo anche brit pop o come cazzo vi garba) degli ultimi tempi(Phil Darroch ricorda Bono in diverse occasioni quando, in particolare, intona i chorus. Ehm, sottolineo ricorda), e le sonorità tipiche della scena alternativa del nuovo millennio come una sorta di Muse meno raffinati e meno ruffiani ed assai più sfrontati e traballanti. Volendo esagerare, anche echi di hardcore si intravedono all’orizzonte(e, per carità, cerchiamo di fuggire dallo stereotipo del post-hardcore tanto impropriamente abusato che significa tutto e nulla). Un band cruda che non fa uso né di elettronica né di tastiere, e che gioca molto sulle trame sporche delle due chitarre che fungono da fondamenta per l’intera struttura del disco. Trame che imprigionano clamori autunnali ed umori spesso malinconici tra i più disparati. Mai una song che inizi e termini con lo stesso riff o con lo stesso arpeggio, seguite da una sezione ritmica che si muove sugli stessi passi, fantasiosa, ma niente suona sconclusionato o troppo intricato: è la onnipresente e mesta melodia che s’irradia a volte dolce, a volte sofferente a catalizzare il tutto verso un unicum sonoro compatto e sinuoso. Di tanto in tanto, in casi sporadici, si potrebbe vivere un deja- vu, momenti in cui certi passaggi o linee melodiche ricordano la canzone precedente, ma un attento ascolto renderà le song tutte uniche all’interno di un solo filo conduttore. Insomma, un disco e dei ragazzi che potrebbero muoversi all’interno del marasma che ci circonda con disinvoltura se solo si prestasse loro attenzione, nella speranza che non cadano nel dimenticatoio, forti di una personalità e di un pizzico di originalità fuori dal comune che lasciano presagire un futuro traboccante di soddisfazioni.
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