ELECTROCUTION: Psychonolatry
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18/04/2019Terzo capitolo discografico per gli Electrocution, storica band italiana del panorama death metal. 'Inside the Unreal' è una delle perle del genere della "morte" nostrano, ed anche il suo successore 'Metaphysincarnation', datato 2014, ha ridato verve alla scena. Il progetto è rimasto per lungo tempo silente, per svariate ragioni legate a cambi di line up, restando legato ad una dimensione underground. Tante uscite alla spicciolata e poi il ritorno di cui sopra. Passati ancora cinque anni ed ora 'Psychonolatry' tuona sulla scena. Sound classicamente legato alla old school, ma intriso di quelle tonalità strumentali e produzione decisamente al passo con i tempi. La band vede il solo Mick Montaguti della line up originale, mente che ha però saputo amalgamarsi perfettamente con i nuovi ingressi e che ha saputo evolvere il sound. Ognuno di noi percorre un percorso ed in tal senso il project non è da meno, visto che tra citazioni passate e personali divagazioni strutturali più moderne c’è molto per cui essere soddisfatti. Personalità e rispetto per la tradizione del filone, concentrato di adrenalina che ricama con applicazione arzigogoli tecnici. Album impegnativo, teso a sventrare chirurgicamente l’ascoltatore, mostrando di sé ad ogni ascolto nuovi particolari. L’onda d’urto è notevole come anche la perizia tecnica mostrata dagli interpreti. Nel 2019 imbattersi in un album death metal così ispirato è gradita sorpresa, esplorazione approfondita che resta con radici dissetate dal passato, ma che tende anche ad attuali inclinazioni. Non possiamo che complimentarci con una band che ha segnato la scuola musicale nostrana, e che non ha mai avuto paura di confrontarsi con l’estero. Onore ad un made in Italy coerente e che non ha avuto la considerazione che avrebbe meritato. Speriamo di riascoltarli presto, perlomeno senza che passino ancora così tanti anni prima di un nuovo capitolo. Chi storcerà il naso, in cerca di novità, forse dovrebbe entrare nell’ottica di un tragitto iniziato nel 1990, una storia alla quale gli Electrocution devono la loro attuale esistenza e che non può non essere considerata nella valutazione “attitudinale” del disco. A metà tra Death, Atheist e più moderni Morbid Angel, gli artisti convincono e provano una volta ancora il loro spessore internazionale.
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