DERIS, ANDI: COME IN FROM THE RAIN
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29/04/2004Chi è in realtà Andreas Deris? Chi si nasconde dietro gli inquietanti occhi azzurri del singer degli Helloween? Questo suo album da solista risponde esaurientemente a tutti gli interrogativi... un album rock, lontano dalle sonorità power metal (tranne che per un brano), pesantemente influenzato dalla sua militanza nei Pink Cream 69, ma soprattutto un lavoro personale, intimo, vero. E' come se il buon Andi avesse deciso di mettersi a nudo, di regalarci un pezzo della sua vita. Belli i pezzi rapidi e "potenti", come l'opener "House Of Pleasure" o l'ottima "Think Higher", ma è soprattutto con canzoni lente ed emozionanti che l'album può decollare. Spazio allora alla personalissima title-track, alla fantastica semi-ballad "Good Bye Jenny" (forse il pezzo migliore dell'intero lavoro), o ancora a "Somewhere, Someday, Someway", un'altro brano dolce e rilassato, o alla splendida "Now That I Know This Ain't Love", delicata, vibrante, con un notevole aumento di ritmo e intensità nel finale. Ma come non citare anche il rock "leggero" di "Could I Leave Forever" e "1000 Years Away", coinvolgenti, dirette e molto, molto orecchiabili. Paradossalmente il pezzo meno riuscito, "The King Of 7 Eyes", è l'unico dalle sonorità propriamente Heavy Metal, che pur avvalendosi della collaborazione di Michael Weikath, Roland Grapow e Markus Grosskopf, resta ampiamente al di sotto del livello globale dell'album. Deris dimostra comunque di essere un artista a tutto tondo, che non avrà forse l'estensione vocale di altri cantanti (chi ha detto Kiske?), ma che sopperisce a questa mancanza con una grande personalità e un ottimo song-writing.
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