DEMIANS: MUTE
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15/06/2010Giusto due anni fa avevamo cantato le lodi di Nicolas Chapel, polistrumentista francese che con lo pseudonimo di Demians aveva pubblicato un disco d'esordio da "leccarsi i baffi". E proprio fra qualche giorno potrete trovare nei negozi la sua nuova fatica, sempre edita dalla InsideOut, che prenderà il titolo di 'Mute'. Anche questa volta tutto il lavoro è stato fatto e registrato da Chapel, mentre dovrebbe rimanere confermata la line up del disco precedente per quanto riguarderà il tour live che seguirà la pubblicazione del disco. Prima cosa da segnalare è che, differentemente dal disco precedente, non sono assolutamente presenti campionature o samples, ma tutti i suoni che sentirete sono stati prodotti direttamente da Chapel con l'apposito strumenti (quindi dalla chitarra al violino, dal basso al mellotron, etc). Ma veniamo all'ascolto di questo disco. Messo il CD nel lettore ci si accorge subito che 'Mute' parte in maniera un po' diversa da quello che forse potremmo aspettarci visto il precedente 'Building An Empire': le due tracce d'apertura "Swing Of The Airwaves" e "Feel Alive" hanno ritmi decisamente più marcati e il loro prog rock si avventura in sonorità che ammiccano all'alternative ed al metal. Intendiamoci: non si tratta di una rivoluzione totale, ma comunque si sente chiaramente che il disco ha un piglio differente. Le cose ritornano un po' al passato con le due tracce seguenti per poi spaziare in lungo ed in largo in "Overhead" dove sono inseriti riferimenti quasi tribali miscelati a sonorità prettamente moderne. Il resto del disco prosegue su questa strada: ogni canzone racchiude al suo interno più generi e riferimenti, il tutto però risulta sempre ben gestito e controllato dalla sapiente mano del compositore francese. In definitiva possiamo sicuramente dire che questo 'Mute' è un più che buon disco ed un ulteriore conferma che Nicolas Chapel, o forse sarebbe meglio dire i Demians, ha ottime carte da giocare e lo sa fare con la dovuta attenzione. Nello stesso tempo però mi sento di dire che a mio parere 'Mute' purtroppo non raggiunge gli apici del disco d'esordio, che forse erano talmente alti da creare troppa aspettativa per il suo seguito, anche se sicuramente non mancherà di accontentare gli amanti del prog rock più moderno.
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