DEF LEPPARD: X
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30/03/2004Terminata la spasmodica attesa relativa all'uscita del decimo capitolo in studio dei Def Leppard, eccomi qui a tentare di dare un giudizio il più possibile obiettivo su "X", uscito per l'etichetta personale dei Leps, la Bludgeon Riffola, nell'agosto del 2002. Sottolineo che chi scrive la suddetta recensione è uno sfegatato fan del Leopardo Sordo, un fan che aveva comunque apprezzato la tanto discussa svolta stilistica di "Slang" e che aveva successivamente gioito come un bambino dell'asilo all'uscita del successivo e per me stupendo "Euphoria". Tralasciate le premesse del caso e senza badare alle ciance, devo ammettere che il primo sentimento che ha invaso il mio fremente corpo è stata una vaga e malinconica delusione; ebbene sì, parlo proprio di delusione, perché all'interno della maggior parte delle 14 nuove canzoni non trovo davvero niente, ma proprio niente (a parte qualche sporadico caso), che dovrebbe farmi ricordare di ognuna di esse dopo aver riposto il cd nella custodia. "Now", il singolo apripista, dopo una ottima e alquanto cupa strofa, cade in un ritornello che invece di far esplodere la canzone stessa la fa afflosciare del tutto; "Unbelievable" è una buona ballad semi-acustica, di facile assimilazione, simile alla "It's Only Love" di "Euphoria" sebbene ne sia lontana nelle potenzialità. "You're So Beautiful" è forse la prima canzone che sia un po' degna di nota, uscita forse da un incrocio tra le sonorità di "Euphoria" e quelle di "Adrenalize", sonorità sicuramente familiari a qualsiasi fan dei Leopardi inglesi. "Everyday" è sicuramente una tra le migliori songs del lotto, introdotta da una ritmica acustica ricolma di fischianti aperture elettriche di sottofondo, e funge ottimamente da preparazione per il vero hit del cd, la struggente ballad "Long Long Way To Go", interpretata da un Joe Elliott davvero eccezionale e irsa di arrangiamenti di una tale classe da risollevare da sola tutto il quoziente dell'album. Terminata la song n°6, alias "Four Letter Words", sorretta da un buon riff di chitarra, passiamo all'ultimo bagliore di luce del cd, intitolato "Torn To Shreds", nel quale alle rombose e "Slanghiane" chitarre del chorus viene sovrapposto un cantato che rimebra leggermente nella cadenza quelli di album come "Hysteria" e "Adrenalize". Il resto è puro materiale riempitivo, tra il quale spiccano le due peggiori songs mai scritte dai Def Leppard, ovvero la strumentale "Gravity" e "Cry", anche se un piccolo cenno di ispirazione va dato alle carine (ma di certo non memorabili) "Let Me Be The One" e "Scar". A proposito, dimenticavo che nel cd è presente una bonus-track (assolutamente ininfluente) esclusiva per il mercato europeo, mentre nella versione giapponese è inserita anche una versione acustica della ballad "Long Long Way To Go". In conclusione "X" è forse l'album che i più affezionati fan dei Def Leppard non avrebbero mai voluto sentire, ma che invece potrebbe piacere agli amanti più modernisti della melodia, anche grazie ad una produzione stratosferica che mi impedisce obbiettivamente (anche se mi dispiace) di dare l'insufficienza a questa uscita targata 2002.
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