DEATH: SPIRITUAL HEALING
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01/05/2006Terzo album per la più seminale delle death metal band floridiane e terza differente line up a realizzare le idee del suo mastermind Schuldiner: in formazione questa volta troviamo anche il talentuoso chitarrista James Murphy (in futuro anche con Obituary e Testament). Rispetto alle due precedenti release appare evidente come la proposta dei Death si stia spostando verso nuovi lidi, lasciandosi alle spalle il death più scarno e primitivo in favore di un approccio più articolato e sperimentale. In questo lavoro infatti si cominciano a intravedere sprazzi di quella inequivocabile creatività che porterà alla creazione di capolavori come “Human” e “Individual Thought Patterns”. Basta prestare la giusta attenzione alla raffinatezza di certi passaggi di chitarra (“Defensive Personalities”, “Living Monstrosity”) per accorgersi che i Death si stanno evolvendo a vista d’occhio; se da un lato molte strutture ritmiche risentono ancora di uno stile maggiormente ancorato ai primi lavori, più acerbo se vogliamo, d’altra parte è innegabile come il raggio d’azione dei Death si sia decisamente ampliato. Anche dal punto di vista delle lyrics notiamo un certo cambiamento: la sofferenza legata all’aspetto carnale della vita non è più l’unica via d’analisi per i Death, che da qui in avanti focalizzeranno l’attenzione su un tipo diverso di dolore, che non lascia cicatrici sul corpo ma nella mente. Niente più piaghe dunque, ma complessi tormenti interiori. Non sono mai riuscito però a considerare “Spiritual Healing” al pari di altri lavori della stessa band, perché l’ho sempre percepito come un ibrido imperfetto, una sorta di stadio intermedio di maturazione tra i Death più brutali degli esordi e quelli più cervellotici dei capitoli successivi.
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