DAEDALUS: LEADING FROM A MISTAKE
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26/03/2005Spesso è davvero arduo parlare di una band quando i propositi dichiarati non si rispecchiano nella propria musica. E’ il caso dei liguri Daedalus, attivi dal 2000 e dediti in larga parte ad un prog metal canonico checchè ne dica la loro biografia, cioè “sperimentale” ed in continua evoluzione. Il dazio al teatro del sogno è un carico presente sulle spalle di molteplici altri gruppi, ed i genovesi non sono, nel loro caso, esentasse. In particolare, gli interventi solisti di chitarra e tastiera dimostrano quanto sia presente l’ombra di Petrucci & C. Dotati di una buona preparazione tecnica di base, i nostri a volte si perdono in divagazioni strumentali tirate alla lunga, probabilmente frutto di una voglia di dimostrare le proprie capacità che finisce per rendere i brani pesanti da digerire. Situazione, invece, che non si verifica quando parti di alcune canzoni sono più lineari e nei momenti più riflessivi cui tappeti di keys rivestono il pentagramma con morbida stoffa pregiata (a parte i riferimenti Spanò svolge un ottimo lavoro per tutta la durata del cd). Il punto più debole del combo è la voce di Brunetti, punto in comune con diverse altre band (cosa inspiegabile visto che il problema è atavico nel suolo patrio), che non riesce a donare il necessario spessore alle composizioni risultando, frequente, stonato e fuori tempo (secondo me imbarazzante la prestazione in “Raining”), mentre in una formazione prog la voce dovrebbe essere caratterizzante e fungere da ulteriore strumento. Speriamo che in vista del loro debut ufficiale (hanno da poco firmato un contratto e l’album dovrebbe uscire entro il mese corrente) riescano ad affinare le sbavature ed a sviluppare meglio il sound che risiede nelle intenzioni. Rientra nelle loro possibilità.
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