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BURZUM: BURZUM

data

17/01/2006
86


Genere: black
Etichetta: D.L.S.
Anno: 1992

Burzum, nonché il debut album enome del solo project di Count Grishnackh (all'anagrafe come Kristian Vikerness) uscì nel 1992 per la Death Like Silence, l'etichetta fondata da Euronymous (lo storico chitarrista dei Mayhem) in un clima, come quello norvegese di inizio anni '90, quasi per intero dominato dalla nuova scena BM che faceva capo proprio a Euronymous. 'Burzum' si presentò subito come un album nuovo e innovativo, poiché oltre ai classici dettami del genere, qui presenti nelle loro forme più pure, si diede spazio anche ad una traccia completamente affidata ai synth ("Chanelling The Power Of Souls Into A New God"), una copertina grim e veramente inquietante (oltre che semplice come grafica) e parti lente all'interno delle canzoni, assolutamente una cosa fuori da ogni regola, se consideriamo i tempi. La voce di Varg (lupo, in norvegese e non il suo nome come molti erroneamente hanno citato) é uno dei punti di forza dell'album, una delle cose più autenticamente malvagie e malate dell'intero genere BM. L'album in sè per sè presenta una registrazione molto raw e poco curata ma estremamente underground ed affascinante, dannatamente adatta per il genere, l'ambientazione e le tematiche dell'album. Parlando poi dei testi, non vi è traccia di satanismo se non nel titolo di "Dominus Sathanas" pezzo strumentale che fra l'altro rappresenta un po' una sorta di episodio a parte, anche per lo stile presentato; in questo album si fa riferimento più che altro a fatti mitologici mescolati con una certa sensazione di innaturalezza e di extra-corporalità: per tutta la durata dell'album si ha la sensazione (non so dire se voluta o semplicemente occasionale) di vivere l'esperienza di un "viaggio" senza inizio e senza fine. Eccezionali a questo proposito sono l'opener "Feeble Screams From Forests Unknown" e soprattutto "My Journey To The Stars", mentre l'altra grande tematica cara al conte, la guerra, vista sotto ottica epica e non necessariamente materiale e fisica ma il più delle volte intesa come ribellione e abnegazione, é ottimamente riproposta in "War" e "Spell Of Destruction". Alcuni sostengono che sia l'opera migliore di Vikerness, altri che sia addirittura uno (se non IL) dei migliori album del genere, io mi limito a dire che è un ottimo album e un ottimo rappresentante di quello che è stato etichettato come --true norwegian black metal--

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