BLACKGUARD: PROFUGUS MORTIS
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12/04/2009La prima release dei canadesi Blackguard giunge in pompa magna come una promessa per tutti gli amanti delle sonorità Pagan, Folk e Viking Metal. Il problema è che la promessa non viene mantenuta, o quanto meno non del tutto: non è infatti male questo ''Profugus Mortis'', si può anzi affermare che la buona vecchia Nuclear Blast si è tirata in scuderia un valido corridore. Il problema è che, al di là delle parole, delle dichiarazioni di indipendenza stilistica (in stile “noi non prendiamo a riferimento nessun gruppo europeo” e simili) e della buona volontà, nel complesso basta metà del primo pezzo per capire che siamo al cospetto di una band che nulla ha da aggiungere a quanto detto in altri tempi (e nemmeno agli esordi) dai Children Of Bodom e da chi li ha seguiti. E' infatti evidente come lo stile sia derivato da un Death nemmeno troppo aggressivo, mentre la maggior parte della carica d'impatto viene affidata alla voce tagliente del vocalist (capace, certo, ma non dotato di un timbro peculiare e distintivo). Le tastiere rimandano quella remota componente Folk che non guasta mai, e gli assoli riportano il tutto ad un livello estremamente melodico e “catchy”. A conti fatti, quindi, i Canadesi sfornano un debut deludente, quanto meno nell'ottica di un biglietto da visita per la comunità internazionale, ben scritto ma tutt'altro che originale, melodico e poco aggressivo, a volte addirittura pacchiano (alcuni giri di tastiera li vedrei meglio in un album di Weird Al Yankovich...): un disco che troverà apprezzamento dai seguaci dei già citati COB e di tutta la loro corrente, ma poco altro. I pochi sprazzi di (auto)determinazione presenti qua e là lasciano ben sperare per il futuro; resta per il momento una presentazione sotto le righe.
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