BATTLESWORD: FAILING IN TRIUMPH
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15/03/2005Una copertina che ricorda tanto lo storico "Blood Fire Death" dei Bathory, un nome e un titolo che fanno ripensare alle glorie dell'epic metal d'oltreoceano, titoli altisonanti come "Bloody Reign" o "Batpised in Fire" non possono farci pensare che a una nuova epic metal band che tenta di salire alla ribalta del metallo di inizio millennio, oppure all'ennesima power metal band crucca (perché è dalla Germania che vengono i Battlesword). E anche l'intro del disco, con rumori di battaglia e un altisonante organo, conferma questa prima impressione: se non fosse che il riff di Chapter II, venuto fuori direttamente da "The Mind's I" dei ben più noti Dark Tranquillity, ci disillude sulla vera natura del lavoro, che è quella di un death metal dalle tinte solo vagamente epiche, create da rallentamenti e soprattutto da un gusto per la melodia tipicamente swedish, fatto di accordi minori e riff compatti, a tratti propriamente heavy e a tratti affascinati dalla velocità del black metal. Insomma, i Battlesword possono sembrare figliocci dei vichinghi Amon Amarth, se non fosse che la pretesa epicità è relegata a momenti di "stacco", in cui le chitarre sono libere di tessere dei riff che, se pur sempre gradevolmente melodici, risultano una volta su due mosci, fiacchi, e soprattutto terribilmente già sentiti. Certo, se almeno la componente death del lavoro fosse ben fatta, il tutto potrebbe risultare comunque un buon lavoro: manco per sogno. Per tutta la (fortunatamente breve) durata del disco, non riusciamo infatti a toglierci di dosso quell'impressione di ascoltare una cover band che tenta maldestramente di suonare come i suoi ispiratori, non solo andando completamente fuori tema, ma annoiando a morte. Riff presi spudoratamente dagli già citati Dark Tranquillity e dagli At the Gates di "Slaughter of the Soul", senza la minima rielaborazione e personalità, ficcati lì perché melodicamente parlando ci stanno bene, ma hanno veramente l'espressività e la grinta di un formichiere in letargo… Tra gli episodi, da salvare sono solo "Fatal Dreaming", in cui i rallentamenti sono abbastanza azzeccati soprattutto per via del contrasto con un blastbeat di scuola Satyricon, "Last Rising Sun" in cui le melodie seppur banali come al solito risultano almeno vincenti e ficcanti, e la conclusiva "Into the Soul", per cui valgono le precedenti considerazioni. Il resto infatti presenta pecche ovunque, dall'esecuzione non sempre precisa (a tratti sembra che le chitarre siano scordate… ragazzi miei ma perché l'orribile riff di Baptised in Fire non provate almeno a suonarlo come si deve?), alla produzione che tenta di epicizzare un sound assolutamente freddo e piatto, alle pessime vocals, all'assenza assoluta di assoli, al drumming inerte e praticamente finto. "Failing in Triumph" è un disco che si lascia anche ascoltare, come sottofondo mentre siete impegnati a fare qualcosa di decisamente più produttivo. Di death metal band valide in giro ce ne sono tante, di epic metal band pure, per l'epic/death metal ci sono sempre gli Amon Amarth… quindi lasciate pure questo disco sullo scaffale dei negozi, non credo ne abbiate bisogno. Manca di grinta, di stile, di classe, di fantasia… di tutto in pratica. Partiti col piede sbagliato.
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