HELL'S THRASH HORSEMEN: ...Till Violence
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14/03/2013Si presenta da sè questo disco. Davvero, non c'è altra interpretazione per tale (bellissima) copertina e monicker: thrash, thrash, thrash. Il valore dell'operazione della Punishment 18 si vedrà tra qualche anno, tra i collezionisti del suddetto genere. Hell's Thrash Horsemen: un nome, una dichiarazione d'intenti. Ristampa di un demo di quattro anni fa, non vuole e non riesce certo a cambiare la storia, ma ci dimostra che il thrash metal non è un fenomeno solo americano, inglese o tedesco, bensì qualcosa di ben più importante. Addentriamoci nella release, senza aprire discussioni su cosa può essere suonare metal in una Russia ben poco europea. E, purtroppo, ne usciamo subito, in poco più di venti minuti, una cover dei Testament, una intro e un interludio strumentale, poco per essere ricordati nei secoli, se non si è precursori (pensiamo alle schegge di 'Haunting The Chapel' degli Slayer). Il top sarebbe avere la prima stampa della demo, ma per il collezionista sfegatato thrasher gli Hell's Thrash Horsemen possono avere ottimi effetti: rozzi, veloci e al contempo pesanti, con una produzione rivitalizzata dalla ristampa, degli Exodus che hanno meno cattiveria nei riff e più nella voce, a tratti ai confini col death. L'ingenuità c'è ed è abbondante nei punti morti di "Serial Man", in cui le chitarre non fanno paura e si vergognano di asfaltare come dovrebbero, e nella pronuncia che a tratti fa sentire la provenienza del gruppo. La strumentale giá ci sposta verso auspicate prelibatezze solistiche, segno che ci si avvicina alla cover di "The Preacher", in cui si fa quel che si può, ma senza Skolnick - ovviamente - non è la stessa cosa, inoltre cantata in modo così sguaiato non fa esattamente una bella figura.
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