AVANTASIA: Moonglow
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05/03/2019Gli Avantasia, il side project di Tobias Sammet, non hanno bisogno di alcuna presentazione. Nel corso degli anni Tobias e i suoi soci Sascha Paeth e Michael Rosenberg ci hanno abituato a prodotti di ottimo livello; questa volta, le aspettative erano molto alte, ma per fortuna non sono state affatto disattese. 'Moonglow' è un'opera in piena regola, in cui si passa da brani speed ad altri di metal sinfonico più introspettivo con una fluidità che non si riscontra spesso in altri album, anche dello stesso genere, tanto da rendere il lavoro estremamente scorrevole, nonostante l'ora e più di durata. Anche questa volta il cast dell'album è stellare: Mille Petrozza, Michael Kiske, Geoff Tate, Eric Martin, solo per citarne alcuni. Potrebbe far storcere il naso la scelta di impiegare Kiske soltanto su una traccia, ma lo stesso Sammet ha ammesso che vorrebbe che cantasse molti più brani dal vivo. La sua ridotta partecipazione potrebbe essere dovuta per lo più agli impegni di Kiske con gli Helloween, ed alla necessità di tagliare drasticamente tutte le collaborazioni al di fuori degli Avantasia per preservare la voce il più possibile.
Il pokerino iniziale è assolutamente perfetto. L’apertura con "Ghost In The Moon" ci lancia in piena atmosfera Meat Loaf (viene da domandarsi che livelli si sarebbero potuti toccare se fosse stata cantata dal Bat Out Of Hell in persona): brano da 10 e rotti minuti assolutamente coinvolgente, e se non vi ritroverete a cantarla a squarciagola, il vostro impianto ha bisogno di una seria revisione. Seguono a ruota (anzi, a quattro ruote motrici) la tiratissima ed epica "Book Of Shallows", la title track "Moonglow" e "The Raven Child" (Jorn Lande e Hansi Kürche da brividi) che, a mio parere, è una delle vette assolute dell’intera produzione Avantasia. Magistrale Geoff Tate nell’interpretazione di "Invincible" e "Alchemy": sembra aver ritrovato l a grazia dei tempi d'oro, facendoci rimpiangere una volta di più certe sue disgraziate uscite discografiche recenti. Potrebbe risultare un po' stucchevole Candice Night su "Moonglow", se quel timbro di voce femminile non rientra propriamente nel gusto personale ma, tuttavia, il brano ha una resa eccellente. "Requiem For A Dream", col già citato Kiske alla voce sarebbe stato il brano di chiusura perfetto: col suo tempo serrato, ritornello e finale tutti in crescendo e stacco di basso super cafone, credo che restituirà a parecchi di noi over “anta” il gusto dell' headbanging, quello serio. Si è scelto, però, di chiudere l’album con la cover di "Maniac" di Michael Sembello, in una versione che non si discosta drasticamente dall'originale (tranne nel solo, che ne ha oggettivamente guadagnato), ma che forse avrebbe potuto trovare miglior collocazione nella tracklist. Si potrebbe cadere nel tranello di credere che siano gli interpreti (tutti eccezionali) a rendere 'Moonglow' l'album eccellente che è, ma sarebbe riduttivo e soprattutto ingeneroso nei confronti di un lavoro di songwriting di qualità elevatissima, della totale assenza di filler, di arrangiamenti pressoché perfetti, senza contare la produzione e missaggio che esaltano il tutto. Ovviamente, la scelta delle giuste voci dona a tutto il disco un valore aggiunto, ma a volerla dire tutta, questi pezzi stanno in piedi praticamente da soli, confermando che Tobias è un geniaccio della composizione. Menzione d’onore anche per la cover, bellissima e permeata delle stesse atmosfere dell'album. Tanto di cappello, quindi, agli Avantasia per un lavoro a mio parere inattaccabile, che sarà un piacere vedere portato dal vivo il prossimo 31 marzo a Milano (Alcatraz).
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